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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

La birra artigianale: ecco la legge che spiega ai consumatori come scegliere

E’ un prodotto millenario, molti ritengono che la birra sia persino molto più antica del pane! Secondo alcuni, compare in Mesopotamia circa 7000 anni fa e nel corso degli anni ha accompagnato la storia dell’uomo. Del resto il nome della birra deriva dal latino "bibere", bere, mentre la parola spagnola “cerveza” deriva da Ceres, dea greca dell'agricoltura.

Non stupisce, allora, che una delle prime leggi mai scritte riguardi proprio la birra (il re babilonese Hamurabi stabilì che tutti i cittadini dovevano bere una razione di birra ogni giorno, la cui quantità dipendeva dallo status sociale) e oggi, molte migliaia di anni dopo, torno a parlare della normativa su questa bevanda perché, al termine di un lungo iter parlamentare, è stata approvato il “Collegato agricolo” nel quale troviamo (finalmente) la definizione di “birra artigianale”, ovvero la bibita “prodotta da piccoli birrifici indipendenti e non sottoposta, durante la fase di produzione, a processi di pastorizzazione e di microfiltrazione”.

Mi resta il dubbio su quale sia il limite in termini che separa la filtrazione dalla microfiltrazione, ma l’avvento di questa definizione legale mi sembra comunque una buona notizia: vista la crescente passione degli italiani per le birre artigianali, i consumatori reclamavano da tempo un chiarimento sulle caratteristiche di questo prodotto. Così, oggi scopriamo finalmente che per “piccolo birrificio indipendente”, la legge intende un pubblico esercizio “legalmente ed economicamente indipendente da qualsiasi altro birrificio, che utilizzi impianti fisicamente distinti da quelli di qualsiasi altro birrificio, che non operi sotto licenza di utilizzo dei diritti di proprietà immateriale altrui e la cui produzione annua non superi 200.000 ettolitri, includendo in questo quantitativo le quantità di birra prodotte per conto di terzi”.

Ad oggi 200.000 hl sembrano una enormità dato che i più grandi birrifici artigianali ad oggi non arrivano a produrre 20 mila hl annui, ma il tetto va visto in prospettiva (e speriamo che non vada perduta l’artiginalità…)

Come riporta un dossier del Senato, i piccoli birrifici si sono sviluppati in Italia quali realtà artigianali di alto livello qualitativo. Il settore attualmente è composto da oltre 700 esercizi, registra crescite annuali superiori al 20%, con una produzione complessiva che nel 2014 ha superato i 450.000 ettolitri e rappresenta il 3% della produzione nazionale. Il 40% di queste strutture non ha dipendenti mentre la metà ne conta da uno a tre!

Insomma, d’ora in poi sappiamo cosa devono servirci quando ordiniamo una birra artigianale!

Attenzione però. Da tempo spiego che il carattere dell’artigianalità è spesso una leva di marketing: non è detto che le birre dei piccoli birrifici siano migliori rispetto a quelle “industriali”. La scelta, come sempre, va fatta in base al proprio gusto (e con un occhio al prezzo!).

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