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Giovedì, 28 Marzo 2024
AAA... acquisti

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A cura di Massimiliano Dona

E dopo i bagordi a tavola, resistiamo vi prego ai superfood

In una recente intervista mi è stato chiesto di delineare quelli che, dal punto di vista dell’ Unione Nazionale Consumatori, ritengo essere i possibili trend del 2019 per il food: ebbene, prevedo (ahinoi) la consacrazione per i cosiddetti “superfood”, quegli alimenti che promettono miracoli per consentirci di essere sempre belli, in forma, concentrati nello studio o pieni di energia sul lavoro. Non si tratta di “pozioni” realizzate in laboratorio, ma dell’esaltazione di prodotti considerati benefici come il tè verde, la frutta secca come noci, mandorle, semi di zucca o di girasole, e i semi di chia. E poi c’è il mirtillo, ancora il farro e la la quinoa. Per non parlare dell’ormai  celeberrimo avocado, che nell’ultimo anno ha registrato un aumento nelle vendite a doppia cifra.

Ma perché non c’è da compiacersi della crescente passione dei consumatori per questo genere di alimenti? È presto detto: se da un lato non possiamo che apprezzare una maggiore attenzione delle persone per l’alimentazione, tuttavia il boom dei superfood risponde (a mio avviso) più ad una carenza di consapevolezza che a una vera padronanza delle scelte alimentari.

Come avevo fatto osservare già in un precedente editoriale qui su Today.it, a ben vedere si tratta di prodotti “scorciatoia” presentati -per la maggior parte- come la via più breve per difendersi dallo stress e dalle fatiche del quotidiano. Prodotti non solo molto più cari di quelli tradizionali, ma anche idonei ad indurre artificiose semplificazioni culturali: insomma il messaggio sembra essere che è meglio un cibo detox che una dieta attenta! 

E dopo i bagordi sulla tavola delle feste, proprio il detox è il nuovo mantra che ci accompagnerà negli spot vero i mesi estivi: del resto l’appuntamento con spiagge e costumi da bagno suggerisce una revisione radicale degli stili di vita assunti durante l’inverno per lasciare il posto all’alimentazione sana e al movimento.

Senza dubbio gli italiani oggi prestano maggiore attenzione al mangiare sano e arricchire la propria dieta quotidiana di cibi e prodotti di qualità, ma allora perchè questa polarità? Perchè, accanto a questa attenzione, cresce l’insana passione per i superfood? Perchè non si mangiano grandi quantità di verdure a foglia verde o gli agrumi? Anche questi sono superfood.

E invece si esalta l’avocado e persino la curcuma. Per non dire dello zenzero, tutti prodotti sono entrati in maniera preponderante nell’alimentazione degli italiani, con grande gioia dei produttori che si arricchiscono diffondendo nuovi miti alimentari. Insomma, se posso apprezzare una maggiore diffusione della frutta secca (mandorle, noci, etc.), mi sembra decisamente esagerato il trend dei semi (dalla zucca al girasole, per non dire dei semi di lino o quelli di chia).

E non è tutto: sono molte le merceologie più tradizionali che ambiscono all’”etichetta” di superfood: pensiamo agli yogurt (che da tempo vantano ogni genere di superpotere) ai quali si sono recentemente aggiunte persino  le acque minerali che, addizionate con strani ingredienti, ambiscono a diventare anch’esse dei superfood.

Insomma, sarebbe il caso di fare una riflessione in più prima di credere alle favole: non stiamo buttando via solo un sacco di soldi, ma anche spazzando via secoli di cultura alimentare instillando nelle nuove generazioni il culto dei “superfood” a discapito di stili di vita più responsabili e corretti. Presto ne pagheremo le conseguenze.

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