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Venerdì, 29 Marzo 2024
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A cura di Massimiliano Dona

L’etichetta di pericolo sulle bevande zuccherate è (quasi) realtà?

Durante le mie lezioni nel corso di Gestione Etica d’Impresa all’Univeristà degli studi di Roma3 gli studenti mi hanno sentito spesso polemizzare contro gli eccessi del marketing alimentare che esaspera l’accento su un maggior consumo di bevande zuccherate, snack e altri prodotti non proprio salutari.

Con un paragone forse azzardato (ma utile a colpire l’immaginario dei più giovani), sono solito mostrare alcune campagne pubblicitarie americane degli anni Cinquanta, che esaltavano la “godibilità” di fumare sigarette dal sapore intenso e piacevole. Oggi noi tutti conosciamo l’evoluzione della regolamentazione che ha costretto il marketing del tabacco dapprima a ridurre la sua influenza, poi persino ad accompagnarsi a diciture idonee a rendere i fumatori consapevoli dei danni per la salute derivanti dal fumare una sigaretta.

Durante queste lezioni mi sono spinto fino a “predire” una analoga evoluzione nel marketing alimentare dove (ne sono convinto) prima o poi certi prodotti saranno obbligatoriamente etichettati con disclaimer di questo tipo: “consumare con moderazione e accompagnare a costante esercizio fisico”. Non si tratta di una battuta ad effetto: sono davvero convinto che tutti i prodotti ad elevato contenuto di grassi, zuccheri o sale, dovranno prima o poi essere contrassegnati come “pericolosi” per la salute. Insomma non basterà più l’etichettatura (né tantomeno le informazioni nutrizionali), come non sarebbero servite su un pacchetto di sigarette. Simili diciture dovranno essere evidenti è magari anche un po’ shoccanti, se vogliamo che i consumatori, indipendentemente dal loro grado culturale, sappiano tenersi alla larga da consumi eccessivi di prodotti ipercalorici.

Ebbene potete immaginare la mia soddisfazione quando ho visto il mio “vaticinio” trasformarsi in realtà con l'approvazione in California del cosiddetto soda warning, cioè la previsione di un avviso obbligatorio che, secondo l’ordinanza della Contea di San Francisco del giugno 2015, doveva accompagnare la pubblicità delle bevande zuccherate per avvertire i consumatori sui loro rischi per la salute: ATTENZIONE: bere bevande con zuccheri aggiunti contribuisce a obesità, diabete e carie. Questo è un messaggio della città e della Contea di San Francisco”. 

Oggi purtroppo leggo che una Corte d’appello statunitense ha accolto i ricorsi dell’American Beverage Association e della California Retailers Association, bloccando questa etichettatura. La Corte ha dato ragione alle tesi dei produttori, che contestavano la violazione dei diritto costituzionale alla libertà di parola e l’imposizione di un punto di vista ufficiale, senza alcuna corrispondenza con le linee guida per la dieta degli americani.

Nella sentenza della Corte d’appello, troviamo scritto che “concentrandosi su un singolo prodotto, l’avviso trasmette il messaggio che le bevande zuccherate sono meno salutari di altre fonti di zuccheri e calorie aggiunti e hanno più probabilità di contribuire all’obesità, al diabete e alla carie dentale”. Ecco perchè, a leggere tra le righe, trovo motivo per essere ottimista per il futuro: forse la via per la legittimità di questa etichettatura può essere quella di estenderla anche ad altri prodotti, insomma non solo bevande, ma anche snack e dolciumi? Voi che ne dite?

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