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Giovedì, 28 Marzo 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Il caso dell’estate: esplodono i reclami della telefonia per la fatturazione a 28 giorni

Negli ultimi mesi le Compagnie telefoniche hanno deciso di modificare la periodicità di invio delle bollette trasformandola da mensile (come era tradizionalmente) a settimanale, fatturando di fatto ogni 28 giorni. Risultato? Un rincaro implicito dell'8,63% che ha mandato su tutte le furie gli utenti che hanno riversato migliaia di reclami agli sportelli dell'Unione Nazionale Consumatori.

Il tema della modifica dei piani tariffari o delle condizioni contrattuali sottoscritte dai clienti è ben noto all’AGCOM: il 20% delle segnalazioni ricevute dall'Autorità delle Comunicazioni nel 2016 ha riguardato infatti proprio questo settore e si tratta di problematiche che sono aumentate di quasi 10 volte rispetto al 2015. Un triste primato, un vero bollettino di guerra: come scrive l'Authority nella sua relazione annuale, "oltre a rappresentare l’effetto di mercati concorrenziali altamente concentrati (i primi tre operatori gestiscono oltre l’80% della domanda di servizi di telefonia fissa e mobile), il fenomeno evidenzia problematiche in termini di non esaustività e scorrettezza delle informazioni, mancanza di trasparenza e asimmetria tra contraenti”.

L'AGCOM era già intervenuta il 24 marzo 2017 con una delibera nella quale si stabiliva che per la telefonia fissa il criterio della fatturazione deve essere obbligatoriamente mensile, mentre per la telefonia mobile la cadenza della fatturazione non poteva comunque essere inferiore a 28 giorni. Assotelecomunicazioni (Asstel), che rappresenta le compagnie telefoniche, è subito intervenuta, dichiarando che la delibera era del tutto priva di basi giuridiche non avendo Agcom, a loro dire, il potere di disciplinare il contenuto dei rapporti contrattuali fra operatori e clienti, quale ad esempio la durata di rinnovo e dei cicli di fatturazione, ma potendo solo intervenire in materia di trasparenza informativa.

Una tesi bizzarra, considerato che l'intervento dell’Autorità di regolazione è a nostro avviso del tutto legittimo tendendo proprio ad una maggiore trasparenza informativa, dato che, con le bollette ogni 28 giorni, il consumatore finisce per perdere ogni riferimento temporale rispetto a quanto deve pagare e diminuisce la confrontabilità delle offerte: se ogni compagnia telefonica si inventa una diversa periodicità della fatturazione immaginiamo cosa può accadere al mercato! Libertà di impresa, poi, non significa poter fare contratti a proprio piacimento, senza alcuna regola certa, tanto più se consideriamo che si tratta di “contratti per adesione” dove è il fornitore a fissare unilateralmente le clausole contrattuali con evidenti disparità tra imprese telefoniche e utenti.

Ma da allora le cose non sono per niente migliorate, anzi….Anche Sky, infatti, ha pensato bene di annunciare che a partire dal 1° ottobre 2017 fatturerà ogni 28 giorni invece che mensilmente. Come se ciò non bastasse, tale iniziativa riguarderà anche le offerte miste che nel pacchetto includono, oltre alla tv, anche il telefono fisso ed internet, come quelle con Fastweb o con Tim.

Ancora una volta, con l'Unione Nazionale Consumatori siamo prontamente intervenuti presentando, nel mese di luglio, un esposto all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni chiedendo di integrare la delibera del mese di marzo, che si limitava a disciplinare la sola telefonia, fissa e mobile, inserendo anche le rete televisive e le offerte miste. E poi ci siamo rivolti anche all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, segnalando il comportamento di Sky colpevole, secondo quanto ci segnalano gli stessi consumatori, di rendere difficoltoso il recesso di quei consumatori che hanno deciso di sciogliersi dal contratto una volta ricevuta la comunicazione della nuova periodicità della fatturazione.

Ma la cosa più grave è che gli operatori telefonici stanno disattendendo persino la delibera AGCOM di marzo, che stabiliva un termine di 90 giorni per adeguarsi alle nuove regole nella telefonia fissa (fatturazione mensile e non a 28 giorni).

Insomma sembra che pur di arrivare al risultato di inviare 13 bollette per ogni annualità, gli operatori siano disposti a tutto: per questo è necessario attivarsi tutti come consumatori e farlo in fretta: gli utenti stanno protestando e aderendo in massa alla campagna #nofattura28giorni, tanto che il legislatore sta finalmente esaminando la questione. Alessia Morani, vice-presidente del gruppo del Pd alla Camera, e l’europarlamentare Pina Picierno hanno dichiarato che è una priorità bloccare la cattiva pratica delle compagnie telefoniche e anche delle pay-tv di inviare le bollette ogni 28 giorni, in modo da mascherare un aumento delle tariffe!

Adesso speriamo in un intervento normativo che diventa necessario ogni qualvolta il mercato è animato da operatori che fanno di tutto per interpretare le regole a proprio uso e consumo, giocando su cavilli e pretesti. Anche per questo gli operatori della telefonia vengono sistematicamente multati dall’Autorità Antitrust, ma generalmente proseguono nelle condotte scorrette per la semplice ragione che le sanzioni sono sempre insufficienti e generalmente inferiori ai loro illeciti guadagni.

Ecco perché è importante sottoscrivere la campagna #nofattura28giorni

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