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Venerdì, 19 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Il vecchio trucco delle catene di Sant’Antonio: su internet funziona ancora

Un tempo si chiamavano "catene di Sant'Antonio", oggi grazie a internet prendono forme (e nomi) nuovi... Ma la sostanza resta la stessa, pratiche di dubbia correttezza con la promessa di sconti e vantaggi non sempre realizzabili!

Adesso però, interviene l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che sospende alcuni siti che vendevano prodotti secondo il meccanismo di buy and share: quattro provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti operatori che svolgono attività di vendita on line di apparecchiature elettroniche con una modalità molto simile alle catene di Sant’Antonio. Ecco i destinatari dell’intervento cautelare: si tratta delle società Zuami S.r.l.s. (sito: zuami.it.), Gladiatori Roma s.r.l.s. (sito: listapro.it.), SHOP BUY S.r.l.s. (sito shopbuy.it) e IBALO S.r.l.s  (sito: ibalo.it).

Ma come funziona il buy and share? Semplice:i consumatori sono invitati ad acquistare i prodotti ad un prezzo particolarmente scontato ma poi, per ricevere effettivamente il bene prescelto, devono impegnarsi affinché altri consumatori, almeno 2/3, effettuino un analogo acquisto, aderendo ad una specifica lista.Ecco perché possiamo parlare di catene di Sant’Antonio, le indagini effettuate dall’Autorità (con la collaborazione del Nucleo Antitrust della Guardia di Finanza), hanno evidenziato che gli operatori in questione utilizzano la prima fase di promozione per acquisire notorietà tra i consumatori ed effettivamente, i prodotti vengono consegnati regolarmente. Ma solo dopo, non appena si fa consistente il numero dei soggetti che aderisce versando l’importo iniziale, lo scorrimento della lista rallenta progressivamente fino ad arrestarsi. A questo punto, viene impedito ai consumatori di uscire dal sistema e di essere rimborsati di quanto originariamente versato. Persino le richieste di recesso cadono nel nulla.

L’Autorità ha ritenuto che tali sistemi di vendita siano in grado di attrarre un numero sempre crescente di acquisti (in realtà sarebbe meglio parlare di “prenotazioni”) e possano funzionare solo in caso di una loro continua e rapida espansione. Ma trattandosi di condizioni del tutto particolari e aleatorie si tratta di vendite gravemente scorrette, in grado di ingannare un numero crescente di consumatori e condizionare indebitamente coloro che vi hanno aderito.

Tali evidenze hanno giustificato l’intervento cautelare dell’Antitrust. Cosa significa? In pratica è stato ordinato agli operatori di sospendere ogni attività su internet finalizzata alla vendita di prodotti presentati come disponibili ma che in realtà non risultano pronti per la consegna.

Qualora sia capitato anche a voi di cadere nel vecchio trucco di queste catene di Sant’Antonio, potete scriverci agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori. 

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