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Giovedì, 18 Aprile 2024
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A cura di Massimiliano Dona

Quel dipendente pubblico che paghiamo noi

Tre giorni fa vengo fermato per un normale controllo stradale: avevo dimenticato il libretto di circolazione e quindi vengo (giustamente) multato ed invitato ad esibirlo entro 5 giorni in un qualunque ufficio di Polizia.

Qualche giorno dopo, recuperato il libretto, mi presento presso il “mio” Commissariato di Polizia. Appreso il motivo della visita, l’addetto allo sportello, mi avverte subito che ci sarà da attendere almeno mezzora. Do uno sguardo alla sala d’attesa che è stranamente deserta eppure accetto di buon grado di pagare (dopo la multa) anche un dazio alla burocrazia.

Faccio per accomodarmi quando il solerte agente si corregge: “potrebbe anche essere un’ora!” Infine, forse sorpreso dalla mia pazienza (per ingannare l’attesa mi ero portato da leggere), mi invita più esplicitamente a fare un tentativo presso la vicina stazione dei Carabinieri.

A quel punto capisco che la mia richiesta era forse esagerata per la voglia di lavorare dell’agente (quanto mai ci vorrà per verbalizzare che il Sig. Massimiliano Dona si era presentato per esibire un libretto di circolazione?!) e tolgo il disturbo. E sì che lo stipendio di quel dipendente pubblico lo paghiamo noi!

Un po’ scoraggiato arrivo dai Carabinieri dove però vengo sorpreso da un atteggiamento completamente diverso, in pochi minuti esce fuori un “verbalino” da firmare, mi spiegano che non devo far altro perché saranno loro a notificare la chiusura del procedimento. Cinque minuti e via!

Ora questa storia è solo un esempio e non escludo naturalmente che in altre situazioni si possa trovare più accoglienza dalla Polizia e magari essere delusi dai Carabinieri, ma resta il senso di ciò che mi è accaduto. Non dobbiamo dimenticare che non siamo solo consumatori di beni e servizi, molto più spesso siamo consumatori di Pubblica Amministrazione. Secondo il Codice del consumo (ma direi ancor prima secondo le regole del vivere civile) questo rapporto dovrebbe essere paritario: non dovrebbero più esistere i sudditi, non si dovrebbe più restare sconfitti dalla burocrazia (o dalla stupida pigrizia del singolo addetto allo sportello).

In tutte le occasioni in cui ho ricevuto la dovuta assistenza, magari accompagnata da un sorriso e da un’informazione in più, mi sono sentito felice di essere un cittadino e di dare il mio contributo alla società (anche pagando quelle tasse ormai obiettivamente esagerate). Chi ci governa dovrebbe pensarci più spesso, che ne dite?

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