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Giovedì, 25 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Si ubriacano "per gioco" ad 11 e 12 anni: ecco, forse, le ragioni

Due bambini di 11 e 12 anni si sono ubriacati "per gioco", rischiando il coma etilico. Ricoverati in gravi condizioni nell'ospedale di Viterbo, sono stati trovati nel bosco di Ischia di Castro, in uno stato di incoscienza: ad allertare i soccorsi è stato un terzo ragazzino, che era insieme ai due amici. Le immediate cure dei medici, per fortuna, hanno scongiurato il peggio. Sono stati loro stessi a raccontare come sono andati i fatti: hanno voluto provare l'alcol e, non essendovi abituati, hanno reagito male.

Un episodio da brivido che mostra, ancora una volta, a quali gravi rischi siano esposti i più piccoli. Ad 11 e 12 anni si è solo dei bambini. E, come è noto, i bambini restano tali finchè necessitano di qualcuno che li guidi e si occupi di loro. La prima domanda che sorge dinanzi a questo sconcertante episodio è: dove erano i genitori? Non intendo in quel preciso istante, quanto piuttosto mi domando dove fossero quando ai bambini è venuta questa idea. Dove erano quando i loro figli hanno pensato che un buon modo per ingannare il loro tempo libero, beffando ogni minimo buon senso, potesse essere rappresentato dall'alcol? A mio avviso, se ad un ragazzino che da poco ha lasciato le scuole elementari viene in mente un pensiero del genere, un'assenza, una mancanza, nella sua vita, deve esserci. Si tratta di un'ipotesi, beninteso. Ma il primo sospetto in merito a tale mancanza, secondo me, può essere quello affettivo. Troppe volte si nota un'agenda sempre più fitta di appuntamenti ed impegni per i bambini, sballottati a destra e a manca da genitori iperimpegnati che, piuttosto che non rinunciare a ritagliarsi il tempo necessario da trascorrere insieme ai loro piccoli, concentrano ogni loro energia per individuare palestre, laboratori, luoghi di ritrovo o di attività che il figlio possa e voglia frequentare, in modo da garantirsi qualche ora di libertà in più. Così, gli riempono la vita di impegni, ma non di amore. Nessun appuntamento o attività, però, potrà mai sostituire un dialogo genitori-figli incentrato sui valori e sui principi. Sull'etica, sulla morale, sulla critica e la riflessione.

Che alcol e fumo facciano male, è cosa nota a tutti. Ma non altrettanto noto è il perchè. Non si può pretendere di scongiurare il rischio che i minori si avvicinino alle dipendenze nocive, appellandosi esclusivamente ai danni sulla salute da esse derivanti. Chi tiene alla larga droga ed alcol non lo fa solo per una ragione logica. Ma riesce ad escluderle nel modo più assoluto dalla propria vita se entrano in ballo valori, etica e principi. Parole, queste ultime tre, svilite del loro senso profondo, per molti. In primis per molti genitori e, inevitabilmente, anche per i loro bambini. Finchè non si troverà il tempo per ricordare ai propri figli quanto importante sia preservare la sua libertà e la sua dignità di uomo in ogni istante della sua vita, senza rinunciare neppure per ipotesi a perdere la propria lucidità, appare impossibile escludere nuovi casi simili a quello di Viterbo. Non va dimenticato, infine, che ai ragazzi va parlato con il cuore: nulla riesce ad avere effetti più devastanti, per un bambino, del non sentirsi amato.

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