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Giovedì, 25 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Figlioletto di jidahista esibisce testa mozzata: esistono bambini cattivi o genitori crudeli?

"Questo è mio figlio": un jihadista ha postato la foto di un bimbo con una testa mozzata in mano. Uno scatto agghiacciante, quello pubblicato su Twitter da un australiano nella città di Raqqa, in Siria. L'immagine, diffusa dal quotidiano The Australian, sta circolando per il web anche se l'account dell'uomo è stato momentaneamente sospeso. Il combattente straniero, che dall'estero si è unito agli jidahisti per la guerra santa, si chiama Khaled Sharrouf, viene da Sydney e si sospetta sia partito per la Siria l’anno scorso portandosi dietro tutta la famiglia. Si è poi arruolato nelle fila dell'Isis: sul suo account altre foto choc che mostrano i suoi figli in tuta mimetica e con le pistole in mano sotto la bandiera nera. Quanto sta accadendo lascia senza fiato: minoranze perseguitate, cacciate dalle loro case e dai loro territori. Donne rapite, tenute prigioniere o uccise. Bambini lasciati morire di sete durante la fuga o sepolti vivi nelle fosse comuni. Stanno devastando l'Iraq per la conversione all'Islam. "Sopravvive solo chi diventa un nostro fratello", come spiega Haji Othman, uno dei capi del Califfato islamico a Mosul.

Uccidere una vita diventa una prassi. Come sterminare grandi e piccini in nome di una causa che non può essere giusta per la sola ragione di ricorrere a delitti assurdi e a crudeltà inspiegabili per una mente umana che non sia guidata da estremismi e radicalismi barbari e senza alcuno scrupolo. Ma vorrei soffermarmi sull'immagine inquietante di quel bambino postato su Twitter. Ricordo tempo fa, di aver appreso di un posto in cui, si scriveva, i bambini fossero tutti cattivi. Scettica, mi accinsi a leggere di cosa si stesse parlando: in un Paese del terzo mondo, una bambina era stata investita da un'auto e uccisa, con il cranio fracassato e il sangue che scorreva lungo la strada. Stava giocando con i suoi amichetti che, alla scena, piuttosto che disperarsi ed inorridire, scoppiarono in grasse risate, simulando con gesti vari quanto accaduto, culminato con lo schiacciamento del cranio della piccola. Rimasi, come credo avrebbe fatto chiunque, senza parole. Come può un bambino, innocenza pura, assumere atteggiamenti tanto crudeli? Come nel caso del figlioletto di Khaled Sharrouf: come ha potuto esibire la testa mozzata di una persona? Quando si spegne una vita, si spegne un mondo. Si spengono gli occhi di chi la amava, si spengono le azioni che avrebbe compiuto, si spengono i sogni che non aveva ancora realizzato. L'uccisione di una vita umana è sempre ingiusta. Se poi parliamo di massacri di bimbi innocenti, parliamo di massacri di famiglie future che si sarebbero formate, di figli non nati, di futuri negati. Non c'è nulla di meno giustificabile dello sterminio di innocenti, colpevoli solo di credere nella propria religione. Le vittime di questi omicidi rappresentano i nuovi martiri.

A questo dolore immenso, va sommata una sofferenza nuova che sta afflliggendo parte del mondo: la disumanità dilagante, trasformata in un esercito di spietati assassini guidati dal non rispetto della vita. Calpestano bambini come fossero fili d'erba, vantano azioni che lasciano indelebili macchie nella loro coscienza: rappresentano il Male. C'è poco da girarci intorno. Va salvato dal futuro crudele scritto per lui, anche il bimbo con la testa mozzata: il figlio di Khaled Sharrouf è vittima a sua volta degli insegnamenti disumani impartiti dal padre. Un bimbo, un innocente di natura, traviato e condizionato al punto di esibire il capo di un cadavere: questo piccolo non sarà solo perseguitato da incubi, ma vivrà la sua vita nel buio più assoluto. Se fosse nato altrove, da altri genitori, ora inorridirebbe ad azioni simili o, più probabilmente, non ne sarebbe neppure a conoscenza per evitare traumi. Invece lui di traumi, a soli 7 anni, ne vive sulla sua pelle. Non esistono bambini cattivi. Ma solo genitori crudeli che non meritano di crescere i loro figli. E il resto del mondo non può e non deve restare a guardare: per quanto possibile, nel nostro piccolo o con una platea allargata, combattiamo il Male con il Bene, non cediamo all'indifferenza e scegliamo sempre e in ogni luogo di parlare per difendere una giusta causa. Facciamolo sempre, in ogni momento, anche per rispetto dei nuovi martiri cristiani. Per essere giusti non basta non fare il male, è necessario, e con tutte le forze che abbiamo, praticare il Bene.

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