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Giovedì, 25 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Sei stanco? Non basta sorridere: fermati per ricominciare

Sorridi e tutto ti sorride: quante volte abbiamo ascoltato questo consiglio? Un fondo di verità certamente lo ha, ma molto spesso, ho notato, può essere frainteso e arrecare danni ancora peggiori di un volto triste o abbattuto. Sì, perchè nella società in cui ci troviamo, gli impegni, le corse, le preoccupazioni, il surplus di informazioni che ci assale dai mezzi di informazioni e dai social network, espone perennemente il nostro cervello ad un cortocircuito, inteso non come una forma di squilibrio, bensì di saturazione delle sue energie. Sempre più persone disperdono tutto il loro entusiasmo per faccende che non necessariamente lo meritano e, sommerse dal tran tran quotidiano, si trovano a vivere come degli automi tuttofare a cui magari soddisfazioni non mancano, ma il sorriso...quello sì che non c'è. Dimentichiamo troppo spesso che per affrontare ansie e paure non è sufficiente abbozzare un sorriso ed ignorare le ferite. Se ci sanguinasse un ginocchio e provassimo dolore per questo, basterebbe far finta di non essere caduti? Non credo...semmai rischieremmo di contrarre qualche infezione per non esserci disinfettati in tempo. Eppure la tendenza sempre più diffusa è quella di mostrarsi come degli instancabili robot: chi cede, pare, non valga, non sia all'altezza. Mentre non è stato, nè sarà mai così. Quando ci sentiamo schiacciati dalla routine o dai problemi quotidiani, nel vortice interminabile degli impegni, prima ancora di sorridere, dobbiamo fermarci. Il che è più difficile. Cosa fareste se vi trovaste al centro di un urugano? Cerchereste riparo, credo. Ed è la stessa cosa che andrebbe fatta per sentirsi meglio.

Una volta ripreso il fiato, allora sì, si può ed è auspicabile anche sorridere. Ma l'importante è volersi prima fermare per un istante. Quando siamo affaticati e stanchi non c'è altro da fare. E se questo alla nostra società non piace, pazienza. L'equilibrio interiore deve essere una priorità per tutti. Si centralizzano aspetti come il lavoro, la professione, il successo, ma cosa ne è della persona? Della sua interiorità? Dei suoi valori? Senza di quelli, non esiste lavoro che tenga per renderla felice. Bene che le vada, sarà una persona con poca pazienza e tanti falsi sorrisi. Quando siamo stanchi, quindi, non c'è da fingere. C'è da respirare. E riscoprirsi innanzitutto persona che lavora per vivere e non vive per lavorare. C'è sempre tempo per imparare a sorridere davvero. Basta fermarsi. E ricominciare.

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