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Giovedì, 25 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Chi è educato e gentile è anche solidale: "un trucco" per vivere e far vivere meglio

Chi è educato e gentile, consapevolmente o meno, è anche solidale. Avete presente la scena di un automobilista che permette di attraversare ad un pedone seppur non sia sulle strisce? Il pedone, sorpreso per il gesto, sorride ed esplode uno scambio di sguardi tra due sconosciuti che accende una scintilla positiva in quel preciso momento della vita di entrambi. Da quella scintilla, possono nascere altri fuochi pronti a riscaldare la loro giornata, rendendola particolarmente gradevole e fortunata. Immaginate, ora, una folla di persone che si spintonano per salire su un bus: senza guardare il viso di chi è loro accanto, si riterranno fortunati solo se, dopo una lotta di braccia, riusciranno a prender posto sul pullman. Al contrario, se la folla si mostrasse troppo veloce, resteranno a piedi e a quel punto la giornata prenderà la piega sbagliata. Le immagini proposte saranno comuni per alcuni di voi e rare per qualche altro, ma occorrono per riflettere su come, un piccolo gesto, una piccola gentilezza, l'imposizione di un comportamento educato, rispetto anche ad un contesto non particolarmente stimolante, possano donare quel quid che fa la differenza per la nostra giornata e, alla lunga, per la nostra vita. Riferendomi alla prima scena che vi suggerivo: immaginate se l'automobilista, contrariamente a come sopra descritto, avesse negato il passaggio al pedone seppure questi fosse stato sulle strisce. Lo scambio di sorrisi non sarebbe esistito: e non è poco. Non è quel gesto in sè, ma l'atteggiamento che merita attenzione. Una persona che per poco non viene travolta da un automobilista scortese, accumula fastidio. E quel fastidio, seppur non sempre percepito, condiziona il suo umore, in piccola o grande parte a seconda del carattere del soggetto in questione. Ma lo condiziona. Sorridere, ormai è risaputo, giova alla salute e al benessere psicofisico. Un bimbo che riceve sorrisi, ad esempio, avrà la sensazione di vivere in un mondo gentile. E l'adulto che gli sorride avrà la sensazione di essere una persona buona e rassicurante.

Chi nega e non riceve sorrisi, invece, volontariamente o meno, imbocca un circolo vizioso dominato dal cattivo umore. Chi aiuta una anziana a imbracciare le buste della spesa o a raccoglierle degli spiccioli caduti sul marciapiede, in quel momento, sta donando ad una sconosciuta la certezza che al mondo esistono brave persone disposte a tendere una mano senza alcuno specifico interesse. E anche l'autore del gesto, attraverso la sua buona azione, ne acquisirà nuova consapevolezza. Il barista che non saluta il cliente dopo che ha consumato un caffè, gli darà l'impressione di essere considerato solo come uno scontrino e, oltre a non incentivarlo a tornare nel suo esercizio commerciale, lo sta implicitamente ignorando, dando poco valore alla sua persona che, magari, sta combattendo qualche battaglia di cui nessuno, a parte se stesso, è a conoscenza. Non possiamo sapere delle storie di chi ci circonda, nè quali siano le conseguenze di un bel gesto o un sorriso negato su una persona. Chi saluta, ringrazia, sorride, chi si mostra gentile ed educato nei confronti di estranei o conoscenti, sta offrendo loro la possibilità di vivere una giornata . Sta seminando fiducia in sè, nell'altro e nel mondo in genere. Al contrario chi consente alla fretta, allo stress o a problemi personali di ignorare l'educazione e la gentilezza crea un piccolo danno che, proiettato nella vita delle persone, può avere effetti devastanti a lungo termine, autorizzando e incoraggiando terzi a comportamenti scorretti e ripicche verso un mondo popolato da persone che non suscitano e non trasmettono speranza. Ed una comunità che non trova spazio per la fiducia e la speranza, non può essere una comunità giusta. Concludo, quindi, con una nota riflessione di Papa Francesco che credo possa essere illuminante per molti, con l'augurio di essere ed incontrare da domani persone anche piene di difetti, ma ricche di educazione e gentilezza: "Permesso, grazie, scusa: ecco le parole della convivenza".

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