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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Sguardi diversi, "mondi" diversi: qual è il vostro?

Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. "Spacco pietre" rispose il primo. "Mi guadagno da vivere" rispose il secondo. "Partecipo alla costruzione di una cattedrale" disse il terzo.
(Peter Schultz)

Conoscevate questo apologo? Credo che sia di un'attualità unica. Dei vostri conoscenti, amici o colleghi, quanti avrebbero usato la terza risposta e quanti la prima o la seconda? Sarebbe splendido se la terza risultasse la più scelta, ma, mai come al giorno d'oggi, temo sia difficile. Vorrei brevemente soffermarmi sullo sguardo scelto dai tre protagonisti. Il primo trasuda superficialità: si ferma all'azione concreta. E' un operaio e un operaio spacca e costruisce. L'azione diventa quasi un automatismo ed in questo caso la traiettoria delle pupille degli occhi non supera il naso. Il secondo, invece, si spinge oltre: associa il lavoro alla sua causa. Si cerca e si svolge un lavoro, nella maggior parte dei casi, per avere la possibilità di vivere dignitosamente e di sfamare sè e la propria famiglia. Il terzo supera anche la causa e va dritto all'obiettivo: costruisce una cattedrale. Ha una visione che conferisce valore alla sua azione specifica e questo lo carica di entusiasmo. Certo, se non venisse pagato ed in tal modo mancasse la causa del suo rinunciare, semmai, ad una passeggiata o ad uno svago, probabilmente quella Cattedrale non la avrebbe costruita. Ma fatto sta che i suoi gesti acquisiscono una forma, una visione come accennavo prima. Il bravo operaio, in effetti, è quello che prima ancora di aver messo mattone su matton, già visualizza il muro. Il bravo ingegnere è quello che immagina, prima di disegnare, il progetto di un appartamento. Il bravo docente è quello che prima ancora di iniziare la lezione la inquadra e la correla ad un programma più ampio. Se, invece, l'operaio non riuscisse a vedere che il mattone dinanzi a sè, l'ingegnere non riuscisse a visualizzare il progetto ma solo a procedere a schizzetti di matita, e se l'insegnante si soffermasse su una pagina di un libro ignorandone il contesto, tutto si ridurrebbe ad un mattone, ad un disegno e ad una delle tante pagine di un libro. Non esisterebbe visione. Non esisterebbe stimolo, nè tantomeno motivazione. Ed in molti sono convinti che il saggio e tanto di moda detto "vivere alla giornata" consigli proprio il non guardare oltre. Sbagliato! Vivere alla giornata, a mio avviso, è un consiglio che andrebbe interpretato nel miglior senso del termine. Significa vivere e godere appieno del presente, accettandone quegli inevitabili imprevisti, piacevoli o non, che non siamo stati in grado di programmare. Significa accettare la giornata e prenderne il meglio, a prescindere dalla situazioni.

Scegliere di vivere sorridendo giorno per giorno. Ma questo non vuol dire vivere senza guardare al di là del proprio naso. Non siamo fatti per non pensare al domani. Magari è consigliabile non disperarsi, nè perdere troppo tempo a preoccuparsi e fasciarsi la testa prima ancora, eventualmente, di rompersela. Ma non è giusto stravolgere quella saggia indicazione con il non volgere lo sguardo in avanti. Non è un caso se i nostri occhi non sono posizionati nè sulla nuca, nè sul mento: non sono fatti per guardare nè indietro e nè solo verso il terreno. Ma sono fatti per osservare oltre, per guardare non in basso, ma dritto. E, nel migliore dei casi, in alto ed in ogni direzione. Lo sguardo del terzo protagonista dell'apologo, va oltre,  riesce a scorgere molto più in profondità della superficie. Nella nostra società è vero che già il fatto  di trovare lavoro venga considerato una fortuna oggi e qualcuno potrebbe obiettare che mostrare entusiasmo per un posto che non è il nostro (camerieri ed operai laureati ad esempio- senza nulla togliere ai due mestieri ovviamente) sarebbe davvero una assurda pretesa. A questa persona andrebbe replicato, tuttavia, che nulla di buono è mai stato costruito senza l'entusiasmo, senza quel vedere che è ben diverso dall'osservare ciò che si ha innanzi. E' necessario riflettere innanzitutto sull'importanza della fiducia e del sorriso: anche i più grandi, prima di raggiungere il loro posto, ne hanno ricoperti tanti che non gli si addicevano e che, non raramente, li umiliavano. Ma il segreto è il non mollare ed il guardare oltre. E' il non dimenticare che le perle si trovano in fondo al mare e non in superficie. E se saremo capaci di svolgere ogni lavoro vedendolo in un'ottica più ampia e convinti, se necessario, che quella sia una tappa ma non l'arrivo, allora sì che anche una pietra potrà avere lo stesso valore di un magnifico grattacielo. E prima o dopo ci accorgeremo che anche la nostra vita, proprio come il nostro sguardo, andrà avanti, dritta alla meta.

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