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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

Sanremo 2014, dalla Gialappa's ad Uno Mattina fino alla Littizzetto: la superficialità che dilaga

Rocco Hunt, il rapper salernitano vincitore di Sanremo Giovani 2014, autore di "Nu juorno buono", per coinvolgere la platea dell'Ariston durante la sua esibizione, ha invitato tutti ad alzare le mani. "Così passa il tuo compare e si ciula il portafogli", ha commentato infelicemente la Gialappa's Band, con un chiaro riferimento allo stereotipo del cittadino del sud che delinque e truffa. Ancora la stessa Gialappa's ha detto poco dopo "Chi se ne f... della Terra dei Fuochi", mentre il ragazzo levava un inno alla tenacia, per reagire contro quello che non va, con occhi nuovi, carichi di speranza. Speranza tratta dallo stupore che suscitano eventi comuni e quotidiani, di cui spesso rischia di passare inosservato lo splendore. Come, ad esempio, un bimbo che si addormenta sul cuore di chi lo vuol bene, oppure l'odore del caffè che segna l'inizio del giorno. Versi in rima, questi, che se letti senza pregiudizi, riescono davvero a trasmettere grinta e a far ritrovare "Nu juorno buono" per chi ascolta. Peccato che, però, la Gialappa's non abbia fatto caso a tutto ciò, stravolgendo il senso della canzone e traducendo l'incitamento ad andare avanti nonostante i problemi, in un invito a fregarsene della Terra dei Fuochi e a pensare al "mandolino" e alla "mozzarella", così come pronunciato dagli stessi conduttori. Un misto di luoghi comuni e generalizzazioni che, con una superficialità estrema, ha rispolverato l'ancora esistente divario tra Nord e Sud, puntando su facile ironia portatrice di pregiudizi e banalizzazioni. Queste ultime, in particolare, risultano a mio avviso responsabili di tante brutture del mondo. Si banalizza troppo ed in maniera inopportuna. Si parla di argomenti delicati o anche atroci, come la drammatica realtà della Terra dei Fuochi, con la stessa scioltezza con cui si parla del migliore ristorante italiano. Perchè dietro a quella realtà, si nasconde l'ignoranza resa delinquenza dalla malavita, da assassini che hanno avvelenato, nel senso più stretto del termine, vite di innumerevoli innocenti. Allora la tematica della Terra dei Fuochi non può e non deve essere utilizzata per fare satira. Credo che la straordinarietà, la sfida di chi realizza parodie o comicità debba essere il provare a far sorridere o, meglio, a far ridere senza offendere l'altrui sensibilità e senza far appello a vecchi stereotipi dal sapore squisitamente razzista per strappare facili consensi. L'ingrediente per sbagliare è, ancora una volta, la superficialità. Il male del nostro secolo.

A farne ricorso, sabato mattina dopo le 9, anche Uno Mattina: dopo aver ascoltato i commenti sul Festival da parte di cittadini con spiccato accento del Nord, si è passato il microfono ad un'unica anziana proveniente dalla Campania, a dire dei conduttori, (anche se con un accento somigliante a quello calabrese) che ha detto in un italiano stentato, tra le risate dei presenti, "Si a me mi piace Rocco Hunt". Un intervento, questo, (unico concesso a chi vive al Sud), che inevitabilmente non rende giustizia alla cultura e alle persone del Sud. Dulcis in fundo, la Littizzetto: al di là del senso delle sue battute (dall'ironizzazione sulla forte emozione del rapper 19enne di Salerno al momento dell'apertura della busta del vincitore, quando ha commentato "Vabbè, è napoletano", al momento in cui, seguendolo sul palco, ha scimmiottato la sua camminata mentre imbracciava i premi), trovo personalmente discutibile anche la conclusione in merito al suo applauditissimo monologo sulla diversità pronunciato a Sanremo. Dopo una serie di interessanti riflessioni, la conduttrice ha concluso: "Cara mamma, se sai spiegare perché quella ha i due dirigibili al posto delle tette può spiegare anche il resto, altrimenti se gli facciamo credere che il mondo è quello dei cartoni animati non ci sorprendiamo se vede uno sporco e ubriaco gli dà fuoco, i fiammiferi glieli abbiamo dati noi". Sono convinta, al contrario, che la violenza ed il bullismo non nascano da un eccesso di cartoni animati. Ma da una mancanza di valori che i genitori si guardano bene dal trasmettere ai più piccoli. I cartoni animati, se ben scelti, possono al contrario incitare i bambini al bene, a credere che, al di là delle diversità o delle ingiustizie, la vita possa assumere davvero le caratteristiche di una favola. Pensiamo, ad esempio a La Bella e la Bestia, ad Aladin.

O al più recente Shrek. In quelle storie il messaggio è esattamente quello secondo cui le persone vanno guardate dentro, per essere davvero conosciute. Ciò che conta non è l'esteriorità e nessuno merita di essere trattato con superficialità. Lo sanno bene molti bambini che hanno assistito a cartoni di qualità. Come lo sanno molto meno bene, invece, minori che si trovano di fronte ad improbabili talk show o trasmissioni tv incentrati su valori diametralmente opposti. Cara Luciana, i fiammiferi a chi dà fuoco al diverso, li ha dati chi usa parole e spunti comici con superficialità. Chi anzichè raccontare storie con una morale, banalizza storie di vita reale per trarne amari sorrisi e sentirsi superiore agli idealisti. Chi antepone il cinismo al senso di giustizia, chi, in virtù del piacere, mette da parte buonsenso e ignora la traduzione o lo stravolgimento potenziale di alcune improbabili battute divertenti. Sicura di poterti tirar fuori dai fornitori di fiammiferi? Credo che tutti, ad iniziare da chi ha modo di far sentire la sua voce (non solo politici, quindi, ma anche personaggi dello spettacolo) debbano far un lungo ed attento esame di coscienza.

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