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Giovedì, 25 Aprile 2024
Valori, non opinioni

Valori, non opinioni

A cura di Marilia Parente

C'era una volta una bimba che aveva una meta, qual è la tua?

C'era una volta una bambina. Da grande, sarebbe voluta diventare una ballerina per far sognare chiunque la ammirasse danzare. Le piacevano i sogni e sapeva che chi non avrebbe voltato loro le spalle, prima o dopo, sarebbe riuscito a coronarli. Sognava un principe azzurro speciale che l'avrebbe amata e protetta per sempre, con il quale sposarsi ed avere una splendida famiglia. Non capiva molto i grandi che si preoccupavano tanto del domani senza vivere l'oggi appieno. Che la rimproveravano se, giocando, rischiava qualche caduta. Come facevano a non capire che il bello di alcuni giochi era proprio il rischio di cadere e la certezza che, seppur finendo per terra, il mondo non sarebbe crollato? Questo la bambina proprio non riusciva a capirlo. Passarono tanti anni, crebbe anche lei. Qualche principe riuscì a incontrarlo, ma nessuno somigliava tanto a quello che aveva sognato. La danza non divenne il suo lavoro, ma il suo hobby e lei imparò nel corso del tempo che la vita a volte non è esattamente come ti aspetti, che parole come "per sempre" non appartengono alla Terra. E che qualche caduta rischia di lasciare una cicatrice che ti segna più dentro che fuori, con paure o timori difficili da scrollare. Uno dei suoi sogni però riuscì a realizzarlo: chiunque la ammirava, riusciva ancora a sognare. Sì perchè quella bambina ormai cresciuta, nei sogni non aveva smesso di credere e la sua speranza era contagiosa per chiunque ne incrociasse il cammino. E continuando passo dopo passo la sua strada, finì per incontrare davvero il suo principe azzurro, diverso da quello che immaginava da piccola, ma "grande" a tal punto da non farle avere rimpianti. La bambina cresciuta capì che, in fondo, spesso desideriamo ciò di cui non abbiamo realmente bisogno e che, invece, la vita ben conosce prima di noi. Capita che arrivino doni che non avremmo mai aspettato e sfide che non pensavamo di poter superare, ma, l'importante, è non smettere di sperare e sognare che un "per sempre", qui o Altrove, diventerà realtà.

Non importa a chi appartiene la storia che ho riportato, quanto il suo significato che, mi auguro, possa rappresentare un regalo per ognuno di voi. Ci troviamo in un momento in cui le favole, i finali felici e i sogni vengono osservati con diffidenza, cinismo. Ci si illude di aver compreso tutto della vita e di riuscire a controllarne le dinamiche semplicemente smettendo di credere, di sperare...perfino di viverla, risparmiando delusioni. Conosco persone disposte a rinunciare ai loro sogni pur di non trovarsi "per terra", senza capire che, come si legge nella storia, il mondo non crollerebbe comunque. La vita va avanti e spesso ci porta per strade a noi sconosciute. Non possiamo affrontarle serenamente se non abbiamo con noi il giusto bagaglio di certezze che, anche cadendo, non rischieremmo di perdere. Valori, fede e credo, purtroppo, sono sottovalutati dalla mia generazione in particolare, come dalle successive. Chi non si ancora alla roccia, è destinato a cadere alla prima o al massimo alla seconda tempesta. A perdersi, a smarrire i propri sogni e l'aspirazione che lo avrebbe elevato e gli avrebbe consentito di essere qualcosa in più che un semplice animale evoluto. Leggere storie a lieto fine fa bene. Credere nei sogni e ricordare di averli fa ancora meglio. Rinuncereste al mare solo perchè un po' di acqua salata vi ha provocato bruciore agli occhi? Non è giusto adeguarsi alla mediocrità solo per qualche esperienza finita come non avremmo voluto. E' importante ricordarsi chi siamo, cosa vogliamo. Riflettere su ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Provate a portare la mente al passato, al bambino che siete stati e che probabilmente dei vostri sogni conosceva molto. Immaginate di incontrarlo: cosa gli raccontereste? Sarebbe deluso o soddisfatto di quello che siete diventati? Permettetegli di ricordarvi che, senza speranza, senza meta, senza gioia, senza entusiasmo, la vita perde di senso. E non siamo nati per non averne. Qual è la tua meta?

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