I funghi sulla pelle. Da Stella McCartney ad Hermes, così la moda si fa sostenibile
No, non voglio parlare di micosi cutanee, ma di come oggi il fungo stia sostituendo altri materiali nel mondo della moda. Il settore del fashion, per la Banca Mondiale, è responsabile del 10% delle emissioni globali annuali di carbonio. Ogni anno vengono consumati 1.500 miliardi di litri d'acqua, i rifiuti tessili superano i 92 milioni di tonnellate, la lavorazione e la tintura dei tessuti sono responsabili del 20% dell'inquinamento idrico industriale e il 35% delle microplastiche negli oceani è attribuibile ai lavaggi dei capi in fibre sintetiche, secondo una ricerca pubblicata su Nature Reviews Earth and Environment. Ecco che la fashion industry sta sperimentando sempre di più soluzioni che vanno verso la sostenibilità.
La moda sostenibile è una moda basata sulla produzione etica, che tiene conto dell'impatto ambientale (riciclo, riuso, tessuti bio certificati, processi aziendali poco inquinanti) e sociale (filiera trasparente, filiera corta, compensi equi, luoghi di lavoro sicuri, valorizzazione delle maestranze artigianali locali, commercio equo solidale). La maggior parte dei vestiti nel mondo sono realizzati utilizzando combustibili fossili. Il poliestere a base di petrolio è il tessuto più comunemente usato, la seconda fibra preferita dalla moda è il cotone, i cui legami con la schiavitù sono noti da sempre: un esempio attuale è la guerra in atto di alcuni marchi con la Cina per lo sfruttamento della minoranza musulmana degli uiguri nella regione autonoma dello Xinjiang in cui ci sono campi di lavoro forzato per la produzione del cotone.
Ecco allora che i funghi non appagano più solo i palati dei golosi, ma anche quelli dei brand del lusso: dai miceti si ricava una alternativa alla pelle, tutta vegetale, con cui già sono in produzione borse, scarpe e perfino rivestimenti per divani.
Stella McCartney ha reso noto il lancio di un paio di capi realizzati con Mylo in collaborazione con l’azienda Bolt Threads, ovvero un’alternativa vegana alla pelle, ottenuta dal micelio contenuto nelle radici dei funghi. Su questo nuovo materiale hanno investito anche Adidas, Lululemon e Kering (il gruppo con i marchi Gucci, Saint Laurent, Bottega Veneta, Balenciaga, Alexander McQueen, tra gli altri). Anche Hermès ha annunciato il lancio di una borsa realizzata con un materiale proveniente dai funghi. Il brand di lusso francese ha infatti presentato una versione della borsa Victoria realizzata con Sylvania, ovvero un materiale naturale composto da Fine Mycelium, creato dall’azienda californiana MycoWorks e in seguito conciato negli atelier. Insomma, preparatevi ad uscire non più con una borsa di pelle, ma con una borsa di funghi, senza per forza venire da una gita nel bosco!