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Domenica, 1 Ottobre 2023
Vincenzo Vespri

Vincenzo Vespri

A cura di vincenzo-vespri

Se 500 morti al giorno non ci fanno più impressione

Con i numeri noi Italiani abbiamo avuto da sempre un rapporto strano. L’italiano medio li teme, anzi, diciamola tutta, li odia. La Ginzburg dichiarò che aveva paura dei numeri perché non li capiva proprio. Non è inoltre raro trovare persone che si vantano di non conoscere la Matematica o di non averne mai aperto un libro a scuola. La cosa più sorprendente e che, spesse volte, questi che dicono queste cavolate non sono buzzurri. Non capisco come facciano a non rendersi conto che se sostituissero nella loro altezzosa affermazione la parola “Matematica” con qualunque altra tipo Storia, Filosofia, Musica, Grammatica o Letteratura, farebbero una figura meschina.

Nello stesso tempo, in Italia dei numeri ne facciamo un uso eccessivo e massiccio.  Mi ricordo in Normale un bellissimo convegno intitolato “Uso ed abuso dei numeri”. Si fa spesso un uso parziale e distorto per avvalorare la propria tesi. Per renderla inattaccabile: lo dicono i numeri, non lo dico io. Il numero per zittire l’avversario, per impressionarlo, per auto esaltarsi. Molto emblematica in questo senso è la leggenda metropolitana degli aerei di Mussolini. Si narra infatti che Mussolini per impressionare Hitler organizzò una imponente parata come prova della forza militare italiana. “Hitler rimase impressionato soprattutto dal grande numero di aerei esibiti non sapendo però che Mussolini faceva passare uno dopo l’altro sempre gli stessi aerei imbrogliando sul numero complessivo Hitler che da bravo tedesco non poteva concepire un comportamento da furbetto del quartierino. La Matematica, unico linguaggio inventato dall’uomo, capace di riconoscere il vero dal falso, usata dai politici solo per ingannare l’altro. Che paradosso incredibile.

Ad esempio, sicuramente sono strani troppi d i numeri che sono stati detti sulla diffusione della pandemia. Perfino due grandi scienziati come Battiston e Crisanti, in recenti interviste hanno espresso velati sospetti su alcuni dei numeri ritenendoli non realistici. Sarà vero?

Cerchiamo di capire come ciò possa essere possibile. Ci sono alcuni fatti incontrovertibili.

  • Dopo 11 mesi di limitazioni forti della libertà personale, l’italiano medio si è stufato di stare rinchiuso in casa.  Continuare ad avere 400-500 morti al giorno non ci fa più impressione. Abbiamo voglia di ritornare alla vita normale. Così tanta da trovare interessante perfino l’incarico esplorativo di Fico e il teatrino politico che ne sta conseguendo.
  • I Governatori delle Regioni hanno pressioni enormi da parte dei cittadini che amministrano per mantenere la propria regione il più possibile gialla. Inoltre sono loro che danno al Governo i dati che concorrono a determinare gli indicatori che “matematicamente” decreteranno se la popolazione di una regione sarà in lockdown o meno
  • Il Governo, viste le difficoltà che sta incontrando la campagna delle vaccinazioni, ha tutto l’interesse di mostrare una faccia cattiva e severa ma senza esasperare la popolazione.
  • L’R_t, per prassi, sta diventando il principale indicatore dei 21 stabiliti dal Governo ma nello stesso tempo la sua definizione non è priva di arbitrio. In parole povere, ma che più o meno ne colgono l’essenza, l’R_t è sostanzialmente una frazione. Si prende il dato dei nuovi infetti e lo si divide per le persone ammalate nei giorni precedenti. Si fa poi una media di questa frazione su una settimana al fine di ridurre l’impatto di fluttuazioni casuali. Sembra perfetto, ma uno capisce subito che più una regione è virtuosa e, cercando di tracciare il contagio, più asintomatici scopre e più è penalizzata perché trova nuovi contagiati. Per ovviare a questa ingiustizia, l’indicatore è stato tarato per tener conto solo dei sintomatici, ma a questo punto sorge il problema di come si distingua fra pauco-sintomatici e sintomatici.  E’ chiaro che, alla fine, quasi tutto dipenderà dai criteri scelti dalle singole regioni. Risulta molto strano, ad esempio, che l’Alto Adige sia ormai da quasi un mese la regione italiana con più nuovi casi, mentre, al contrario, paradossalmente, il Trentino Alto Adige, nel suo complesso, è la regione (assieme al Veneto di Zaia) ad avere la mortalità per abitanti più bassa fra tutte le Regioni del Nord.  Inoltre è estremamente strano che da circa tre mesi in Italia abbiamo un R_t quasi sempre sotto 1 e che il contagio non decresca esponenzialmente come dovrebbe. Anzi il numero di morti continua ad essere quasi costante nel tempo e molto elevato.
  • Altro fatto strano è che finora sono stati fatti circa 1.5 milioni di vaccini in un mese. E siccome 60 diviso 1,5 fa 40, vuol dire che, a meno di forti accelerazioni, la popolazione italiana sarà vaccinata, nella sua interezza, solo fra 3 anni e 4 mesi. Inoltre, tenendo presente la giusta richiesta dell’OMS ai paesi ricchi di fermarsi alla prima fase vaccinando solo le fasce a rischio (cioè operatori socio sanitari e persone fragili) per lasciare dosi vaccinali anche al terzo mondo, è molto probabile che la campagna vaccinale dovrà avere una battuta d’arresto prima dell’estate.  Nel frattempo, però, la malattia continua a mietere 400-500 vittime al giorno. Se fosse vero, come dicono alcuni, che la soglia d’immunità di gregge si raggiunga con una mortalità del 3 per mille (dopo di che, la malattia diventa endemica), se questo tasso di mortalità dovesse mantenersi costante nei prossimi mesi, raggiungeremmo la soglia di immunità già fra 6-8 mesi. La malattia sta procedendo, di gran lunga, molto più velocemente del vaccino.

Insomma abbiamo di fronte a noi dati che lasciano molti dubbi. E qui siamo di fronte a una pandemia, dove i dati sono tangibili e misurabili: morti, contagiati, persone ospedalizzate etc…   Se abbiamo dubbi perfino in questo caso così concreto, figuriamoci i numeri che ci propinano in cose molto più “fumose” e facilmente manipolabili come quelle economiche.

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