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Venerdì, 29 Marzo 2024
Vincenzo Vespri

Vincenzo Vespri

A cura di vincenzo-vespri

Coronavirus: quando finirà questa notte infinita

Ieri mattina ho approfittato di un momento in cui spioveva per uscire. Il cielo era tetro, l’aria fredda e molto umida. Grandinava perfino. Una macchina dei Carabinieri, nera come l’aria, girava per le strade scrutando i rari passanti come per identificare fra di loro chi cercasse di fare solo quattro passi per respirare un po’ d’aria fresca infrangendo così le sacre regole sancite dai DPCM partorite dal Governo che tutto il mondo ci invidia. Mi sentivo come i Londinesi nella notte del 29 Dicembre 1940 sotto uno dei più feroci bombardamenti nazisti ma non solo per l’atmosfera cupa ed oppressiva. Come i Londinesi 80 anni fa, avevo e continuo ad avere la netta premonizione che, ora come allora, finalmente si inizi a vedere la luce alla fine del tunnel. 

Sono convinto che, nonostante l’inadeguatezza di chi ci governa, ad aprile, massimo maggio, dovremmo finalmente ritornare ad essere liberi, uscire dal 41bis a cui ci hanno condannati e riacquistare tutte le libertà sancite dalla nostra Costituzione. Certo ci troveremo di fronte ad un debito enorme causato da una classe politica abituata da decenni a spendere soldi solo per mantenere il consenso e non per garantire un futuro ai nostri figli e dovremo venire a capo di un disastro colossale sia politico che economico che etico ma almeno saremo liberi, non più confinati in casa.

Le ragioni, direi quasi la certezza, di questo ottimismo risiedono non solo nella campagna vaccinale appena iniziata.  Ad aprile sarà ritornato il caldo. Questo virus, come tutti i virus influenzali, si diffonde in ambienti chiusi, al freddo. Con il caldo, il sole, il mare, la vita all’aperto, il virus, anche se non sarà clinicamente morto, quasi certamente non proseguirà l’ondata contagiosa, regalandoci, come l’anno scorso, un periodo di pausa fino a settembre. Ora, anche se dubito molto che per il 30 settembre possano essere vaccinati 40 milioni d’Italiani come inizialmente previsto dal piano vaccinale di Arcuri, sono certo che almeno 10 milioni, ossia gli ultra settantenni lo dovrebbero essere stati. Considerando che la letalità del virus si concentra moltissimo su quella fascia di età, renderli non più suscettibili all’infezione, significherebbe ridurre la letalità del covid quasi a quella di una normale influenza. Inoltre, grazie a ciò, ci saranno molti meno ricoverati e questo allieverà di parecchio la pressione sul sistema sanitario nazionale.

Inoltre da qui ad aprile avremmo fatto passi avanti verso il livello di immunità di gregge. Infatti, anche se ne siamo ancora distanti a livello di paese, ci sono zone dove il covid ha imperversato molto di più. Purtroppo non si hanno molti dati perché, a differenza di altre nazioni come l’UK, lo stato italiano ha deciso di non fornire più dati dettagliati. Dai dati del Lab24 del Sole 24 ore, però si può intuire che zone come Bergamo dovrebbero aver raggiunto più o meno un livello prossimo all’immunità di gregge. Purtroppo, per quanto riguarda Bergamo e provincia, non si hanno dati attendibili riguardo la mortalità. Infatti i dati ufficiali non sono credibili. Vi è troppa discrepanza tra la mortalità in eccesso rilevata durante la prima ondata e i morti ufficiali per Covid. Con un po’ di fantasia si può estrapolare che la vera mortalità percentuale avuta a Bergamo, ossia quella che sostanzialmente incomincerebbe a dare una resistenza alla diffusione del contagio, dovrebbe essere sul 3 per mille. Se così fosse, ad aprile, il Nord, salvo il Nord-Est, anche senza terza ondata, sarebbe su quella soglia. Adesso infatti la Lombardia ha avuto una mortalità del 2.5 per mille mentre Piemonte, Liguria ed Emilia sono quasi al 2 per mille. Ammettendo che ogni mese invernale dia un aumento di uno 0.2 per mille di mortalità, da aprile, dopo 4 mesi, dovremmo essere quasi alla soglia.  Quindi a settembre, anche senza considerare l’effetto vaccinale, avremmo una vasta area del territorio nazionale su cui il virus avrebbe poca presa e questo permetterebbe una migliore strategia di contenimento rispetto ad adesso, quando abbiamo tutta l’area nazionale vulnerabile.

Ma le buone notizie non sono finite qui. Ad aprile dovrebbero essere disponibili terapie a base di anticorpi monoclonali. Ad esempio TLS (Fondazione Toscana life Science) di Siena ha annunciato che proprio ad aprile uscirà un farmaco basato su questa nuovissima tecnologia e che fino ad adesso, a causa del costo esorbitante, era stata usata solo per curare, con molto successo, i “potenti” e non le persone normali. L’approccio seguito è consistito nell’aver prelevato il sangue da persone convalescenti/guarite da Covid e nell’avere isolato le cellule B, produttrici di anticorpi monoclonali. Questi ultimi sono stati clonati e testati contro il virus. L’anticorpo monoclonale MAD0004J08 si è dimostrato il più potente contro il virus e il farmaco basato su questo anticorpo avrà funzioni sia terapeutiche che di prevenzione. Questo tipo di farmaci non ha inoltre nessuno dei problemi che generalmente accompagnano i vaccini sia quelli tradizionali che quelli più innovativi basati sul RNA messaggero. Bellissima notizia perché dimostra che la ricerca italiana è competitiva a livello mondiale. Inoltre, altra cosa che fa ben sperare, è che TLS è stato finanziato in modo rilevante dalla Fondazione dei Monte dei Paschi di Siena. Finalmente soldi spesi bene per far crescere il territorio! Sono queste le notizie che ridanno fiducia ai cittadini e che fanno sperare che “‘a nuttata” (in tutti i sensi) stia finalmente volgendo al termine. 

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