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Giovedì, 25 Aprile 2024
Vincenzo Vespri

Vincenzo Vespri

A cura di vincenzo-vespri

In Italia vale il modello harakiri: ma allora perché non lanciarsi direttamente nel burrone?

Ogni giorno si sa qualcosa di più sul virus. Molto interessante sono i super-diffusori. Recenti articoli scientifici su Nature Medicine e su Science dimostrano che circa l’80% dei contagi è determinato da meno del 20% dei contagiati (che sono perciò detti super-diffusori) mentre il 70% dei contagiati non contagia nessun altro. Inoltre sembra sia dimostrato che per essere contagiati occorra una interazione faccia a faccia prolungata con un caso confermato superiore alle 2 ore di tempo se entrambe le persone indossano una mascherina protettiva oppure superiore ai 15 minuti senza l'uso della mascherina di protezione. Quindi i luoghi affollati (soprattutto se al chiuso) rappresentano l’habitat ideale per il virus. Molto probabilmente, al fine di combattere il contagio, dapprima si dovrebbero individuare i super-diffusori che sono persone che per lavoro o per stile di vita frequentano per lunghi periodi luoghi chiusi ed affollati (tipo personale di supermarket, medici, insegnanti, etc) e monitorarli periodicamente con tamponi rapidi. Successivamente occorrerebbe individuare i luoghi dove comportamenti inappropriati potrebbero generare un cluster di contagi ossia mezzi pubblici nell’ora di punta, discoteche, stadi, ristoranti che organizzano matrimoni, eventi sportivi, luoghi di culto particolarmente affollati, palestre, etc.

La mia impressione, invece, è che fino ad adesso, da una parte sia stato un susseguirsi di misure sostanzialmente penitenziali estremamente dannose sia all’economia che alla tenuta sociale e psicologica del paese.  L’unica spiegazione che mi venga in mente per questo comportamento è che molti provvedimenti siano stati presi non tanto per motivazioni scientifiche-medie quanto per una mentalità quaresimale diretta a  punire chi avesse dato prova di divertirsi. Infatti che altro significato avrebbe potuto avere mai l’inseguire con gli elicotteri e i droni il povero runner che correva da solo? O l’arrestare il singolo bagnante che prendeva il sole sulla spiaggia? Dall’altra questi provvedimenti si sono anche rivelati relativamente poco efficaci nel contenimento del contagio come ampiamente dimostrato dal fatto che ci stiamo avviando a superare a passo di carica il Perù al secondo posto fra i paesi con la più alta mortalità in percentuale. Che senso aveva impedire le messe (salvo le festività più sentite, le chiese sono, ohimè, un luogo sì al chiuso ma di certo non particolarmente affollato) o i pranzi di lavoro o le sedute di yoga?

A causa di ciò, l’Italia si sta impoverendo a vista d’occhio. Ieri mattina sono andato in Comune a rinnovare la carta d’identità. C’era una lunga fila di nuovi poveri.  Lo si capiva che erano nuovi sia perché si vergognavano di essere lì e sia perché chiedevano dove fosse la fila per il bonus alimentare. Erano generalmente immigrati (ma c’erano anche molti Italiani). Probabilmente avevano perso il loro lavoro nero precario e non avevano di che mangiare.

"Un decreto legge e un nuovo Dpcm entro venerdì", ma il governo è diviso

Infine c’è pure da considerare una importante questione di credibilità del paese. A mio parere, per una questione di coerenza, il Governo avrebbe dovuto lasciare comunque in qualche modo aperti gli esercizi commerciali che avevano affrontato spese (anche ingenti) per adeguarsi alle normative date dal Governo stesso. Uno Stato che smentisce sé stesso perde credibilità di fronte ai propri cittadini e di fronte agli altri stati. Avremmo dovuto essere coerenti con le nostre decisioni e strategie.  Ad esempio, rispetto alla Germania abbiamo seguito una strategia diversa per fronteggiare la seconda ondata. La Germania ha scelto di fare un mini lockdown dal 2 novembre e solo adesso la Merkel ha deciso di far passare ai tedeschi il Natale e Capodanno a casa. La strategia seguita in Italia è stata diversa. Fino a Natale è stato deciso un lockdown decisamente più duro di quello tedesco per poter godere poi un po’ di libertà a Natale. Ad esempio, in Toscana, siamo in zona arancione e rossa dall’11 novembre scorso: non sono potuto uscire da Firenze, non sono potuto andare al ristorante, non sono potuto andare al bar. Queste limitazioni imposte a noi toscani sono state un vero disastro per moltissime attività commerciali ma la speranza era che a Natale (anche grazie al cashback) avremmo fatto un po’ di shopping dando un respiro alle disastrate casse dei negozi.

Ma adesso il governo sembra spaventato che finito il lockdown la gente vada nei negozi a spendere (ma non era questa la ratio del cashdown?), potrebbe seguire la Germania e scegliere la linea dura per Natale senza tener conto che, almeno nel contesto toscano, un altro mese di lockdown potrebbe significare la chiusura definitiva di molte attività commerciali. Ma come si fa a dire ai ristoratori che hanno fatto provviste per aprire durante le feste di Natale che dovranno rimanere chiusi ancora un mese? E’ questo il “modello“ Italiano che secondo Conte sarebbe stato preso ad esempio nel mondo?  E come siamo stimati e rispettati nel mondo lo si può dedurre da come l’OMS abbia fatto ricorso all’immunità diplomatica per impedire ai propri dipendenti di testimoniare di fronte ai magistrati italiani, dal fatto che Macron abbia dato la Legione d’Onore ad Al Sisi (alla faccia del caso Regeni) e dal fatto che Haftar, dai primi di settembre, abbia sequestrato 18 pescatori italiani in Libia senza che ci sia segnale di un loro rilascio in un futuro prossimo.

Ma questa mancanza di credibilità non solo ci rende deboli all’estero, non solo ci impedisce di seguire una linea logica e coerente per affrontare la pandemia, ma ragionevolmente sarà un punto di debolezza quando partirà la campagna vaccinale. Per convincere la gente a vaccinarsi, è assolutamente necessario che si abbia fiducia nello Stato. Ma lo Stato ha finora sempre fallito. Abbiamo avuto le mascherine protettive in ritardo rispetto agli altri paesi europei. Abbiamo perso tempo dietro a banchi e rotelle e bonus monopattino invece di prepararci alla seconda ondata. Adesso, invece di parlare di vaccini (ne abbiamo ancora troppo pochi), i nostri governanti pensano alle primule come simbolo della campagna di vaccinazione e come simbolo di rinascita. Corre voce che ne saranno ordinate quantità industriale per la campagna vaccinale.

Padiglioni a forma di primula, progettati dall’architetto Boeri, fioriranno in tutte le piazze d’Italia. Ma quanto costerà tutto ciò? Cosa ne faremo di questi padiglioni quando la vaccinazione sarà terminata? Come piazzeremo, al centro della struttura primulifera, frigoriferi capaci di mantenere a meno ottanta il vaccino della Pfeizer? Che senso ha tutto questo? L’unica cosa che mi sta venendo in mente è che il modello Italia sia in realtà un modello harakiri. Perché accontentarsi di essere la seconda nazione per mortalità? Perché non arrivare primi? Perché accontentarsi di essere arrivati sull’orlo del precipizio economico? Perché fermarsi? Perché non lanciarsi direttamente nel burrone?

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In Italia vale il modello harakiri: ma allora perché non lanciarsi direttamente nel burrone?

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