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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Installare un ascensore in condominio: le regole e le agevolazioni da conoscere

Quando si installa un ascensore in condominio bisogna sapersi orientare tra una serie di regole e bonus da sfruttare

Storici o meno, in Italia ci sono un gran numero di palazzi che hanno una caratteristica in comune, avere all’interno l’ascensore. Sì, perché il Bel Paese è lo Stato in Europa con il maggior numero di ascensori nei palazzi.

Spesso realizzati contestualmente agli edifici, molti di questi impianti hanno più di 30 anni e per questo devono essere sottoposti a una manutenzione costante e ad occuparsene è l’amministratore di condominio. Il professionista, infatti ha il compito di accordarsi con un’azienda del settore per eseguire controlli periodici ogni sei mesi, mentre il controllo dell’impianto si effettua ogni due anni. Inoltre, se l’ascensore è stato costruito insieme all’edificio, questo appartiene a tutti i condomini che non possono rinunciare al suo utilizzo e quindi all’obbligo delle spese per la manutenzione. Queste vengono ripartite metà in base al valore delle unità immobiliari e per l’altra metà in base all’altezza in cui si trova il piano del singolo appartamento.

Ma cosa succede quando si vuole installare un’ascensore in uno stabile che ne è sprovvisto? Anche in questo caso ci sono delle regole e delle agevolazioni da poter sfruttare.

Come approvare l’installazione dell’ascensore

Un palazzo costruito senza ascensore può essere arricchito da questo impianto, perché l’intervento rientra tra le innovazioni previste dall’articolo 1120 del Codice Civile. Per approvare la sua costruzione deve essere riunita l’assemblea condominiale entro 30 giorni a seguito della richiesta anche di un solo condomino. Per essere approvata deve ottenere almeno i 2/3 dei consensi. L’impianto però, è una struttura che elimina le barriere architettoniche, per questo per deciderne l’installazione basta la maggioranza dei presenti all’assemblea più 500 millesimi. Questa modalità di approvazione è valida anche se all’interno dell’edificio non ci sono disabili. Se neanche in questo caso si raggiunge la maggioranza il condomino disabile può installare, entro tre mesi dalla richiesta, a sue spese l’impianto o tutte le strutture mobili e rimovibili.

Il diritto di non partecipare all’installazione dell’ascensore

L’ascensore pur essendo un impianto che migliora il condominio, implica un costo importante, infatti le spese di installazione devono essere divise tra i proprietari degli appartamenti in base ai millesimi della proprietà. Vista la spesa, alcuni condomini possono rinunciare all’utilizzo dell’ascensore e quindi loro non devono pagare la realizzazione. Questo non toglie che se gli stessi condomini o gli eredi cambiano idea e vorranno utilizzare in futuro l’ascensore potranno farlo, versando semplicemente al condominio la quota ripartita in millesimi delle spese di esecuzione. Il tutto andrà fatto prendendo in considerazione la rivalutazione e il deprezzamento dell’impianto. Inoltre nel momento in cui diventeranno “proprietari” dell’ascensore dovranno provvedere anche alla sua manutenzione.

Le regole per realizzare un ascensore sicuro

Nel momento in cui si vuole installare un ascensore nell’edificio già esistente, bisogna rispettare delle norme specifiche, ad esempio la cabina deve misurare almeno L 95 x P 130 cm. Le porte della stessa cabina devono avere un sistema automatico, oltre a essere in grado di rimanere aperte almeno per 8 secondi. Infine la pulsantiera esterna e interna vanno posizionate a una altezza che va tra 110 e 140 cm.

Le agevolazioni per installare un’ascensore

Installare un’ascensore ha un costo non indifferente, ma grazie alle agevolazioni fiscali è possibile avere un bonus. Infatti all’interno della legge di bilancio 2023, fino al 2025 si può beneficiare delle agevolazioni per l’abbattimento di barriere architettoniche del 75%: l’ascensore rientra proprio tra gli impianti di questo tipo.

Per ottenere il bonus non c’è bisogno che all’interno dell’edificio ci siano persone con disabilità, ma bisogna dimostrare che l’intervento è volto a eliminare tutti quegli ostacoli che limitano la mobilità delle persone.

Gli interventi devono essere eseguiti su edifici già esistenti e possono essere richiesti dalle:

  • Persone fisiche
  • Enti pubblici e privati che svolgono attività commerciali
  • Società
  • Soggetti che hanno un reddito d’impresa
  • Associazioni di professionisti

Le spese ammesse per ottenere il bonus barriere architettoniche si riferiscono sostanzialmente a tre situazioni:

  • Interventi per eliminare le barriere architettoniche (sostituzione di rampe di scale, adeguamento dei servizi igienici, rifacimento degli ascensori)
  • Realizzazione di impianti di automazione (non solo ascensori) per eliminare le barriere architettoniche
  • Smaltimento e bonifica dei materiali

Per rientrare nell’agevolazione del 75% i lavori devono realizzarsi tra il 1 gennaio 2023 e il 31 dicembre 2025 e il tetto di spesa dipende molto dalla tipologia di edificio:

  • 50.000 € per le abitazioni unifamiliari indipendenti o per le singole unità immobiliari indipendenti ma che si trovano negli edifici plurifamiliari
  • 40.000 € per quegli edifici che hanno da 2 a 8 unità immobiliari singole
  • 30.000 € per gli edifici che hanno più di 8 unità immobiliari

In alternativa, si può richiedere il bonus ascensori mediante la cessione del credito, cioè cedendo il credito ottenuto tramite gli interventi a un ente terzo come la banca, oppure con lo sconto in fattura da parte della ditta che esegue i lavori.

Le agevolazioni fiscali legate al bonus ascensore, comunque, si possono ottenere anche con altri bonus:

  • Sconto del 50% sull’intervento grazie al bonus ristrutturazione
  • Superbonus 90% (l’ascensore fa parte di quegli interventi che fanno parte di questa agevolazione)

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