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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sicurezza

Come saranno le case del futuro, secondo la Biennale di Architettura 2023

Nei prossimi anni si darà la precedenza a materiali naturali e soprattutto sostenibili per costruire abitazioni sempre più resistenti agli eventi climatici estremi

La Biennale Architettura è entrata nel vivo a Venezia e, come avviene puntualmente ogni anno, è una fonte inesauribile di ispirazione per quel che riguarda i trend legati all’arredamento e alla casa. L’edizione 2023 può essere sintetizzata per il momento in un termine che è diventato popolare come non mai da qualche anno a questa parte: sostenibilità.

Le architetture dei prossimi anni sono destinate ad essere dominate da materiali apparentemente semplici, ma di grande resa, come ad esempio il legno, la terra cruda e persino il fango. Si tratta di trend destinati a durare giusto qualche mese? Niente affatto, come dimostrato dalle soluzioni preferite dagli architetti in tempi non sospetti.

Tutti i vantaggi del fango come materiale architettonico

Proprio quella del fango non è un’idea campata per aria, ma la soluzione architettonica che dovrebbe rivoluzionare il futuro delle case. Il materiale, infatti, viene sempre più sfruttato per costruire palazzi ed edifici in grado di resistere ai fenomeni atmosferici più estremi, a partire dalle inondazioni improvvise (l’attualità italiana potrebbe essere una spinta ulteriore in questo senso).

Come sottolineato anche nel corso della Biennale, gli edifici con mattoni in fango presentano il vantaggio del perfetto isolamento, inoltre sono sostenibili dal punto di vista ambientale e adattabili alla perfezione per un utilizzo moderno e all’avanguardia. C’è poco da fare, l’emergenza climatica sta convincendo gli architetti che il ritorno al passato, quando il cemento non era così diffuso, ha più pregi di quanto sempre immaginato.

Terra cruda: il ritorno alle origini

Lo stesso discorso vale per la terra cruda. L’argilla non è mai del tutto sparita dall’elenco dei materiali più sfruttati dalle costruzioni, soprattutto in seguito alla diffusione della bioedilizia. È un elemento naturale e soprattutto performante, ritenuto da più parti (non solo alla Biennale) come il materiale in grado di raggiungere più facilmente gli obiettivi della cosiddetta Agenda 2030 che riguarda lo sviluppo sostenibile.

Le tecniche costruttive in cui la terra cruda è assoluta protagonista sono diverse, ma in ogni caso viene impiegata impastandola con altri elementi come la sabbia e la paglia. Le costruzioni non sono più limitate al solo continente africano, all’Asia oppure del Medio Oriente, questi edifici sono ormai “partiti” alla conquista dell’Europa e degli Stati Uniti.

Biennale 2023: focus sull’Africa

Questo tipo di approccio, in cui l’architettura sposa la sostenibilità, è stato sottolineato nel corso della Biennale 2023 di Venezia grazie alle idee di Lesley Lokko, la curatrice dell’evento che ha deciso di dare la precedenza a idee e progetti che provengono dal continente africano. Queste soluzioni sono legate inevitabilmente all’emergenza climatica che pone gli architetti di fronte a un problema etico, quello delle costruzioni.

La risposta non può non venire dal ritorno alle origini, dai materiali sostenibili che aiutano a sprecare meno energia e a ridurre le emissioni relative alla realizzazione edile. La volontà degli architetti di oggi e del futuro è quella di trasformare quella che oggi viene considerata un’emergenza in una realtà nuova di zecca.

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