A 87 anni Woody Allen ha ancora qualcosa da dire
Si ha sempre il pregiudizio che un regista, passata una certa età, non abbia più nulla da dire o non abbia più la capacità di essere bravo come ai vecchi tempi. Woody Allen, però, con il suo ultimo film Coup de Chance, il 50esimo della sua lunga carriera, ci dimostra che un bravo regista lo è sempre, anche a 87 anni e anche raccontando una "semplice" storia d'amore.
Woody Allen a Venezia: la morte? Il segreto è non pensarci
Allen torna dietro la macchina da presa per proporre al pubblico una storia universale, interpretata interamente in francese - e questa per lui è una prima volta -, una storia che parla d'amore, di adulterio e soprattutto del ruolo che caso e fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati. Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi finché questa loro relazione non cambierà per sempre le loro vite.
Ancora una volta, un po' accadeva nel suo Match Point, Woody Allen mescola il genere romantico con quello del crime. In Coup de Chance, infatti, gioca con un continuo dualismo tra vita e morte, amore romantico e amore pragmatico, sogno e concretezza, passione e freddezza, il tutto parlando con un linguaggio universale che non può che arrivare al pubblico. Coup de Chance fa ridere, intrattiene, incuriosisce e fa riflettere, pur nella sua semplicità, su molti temi contemporanei legati al ruolo della donna in una relazione amorosa e al suo annullarsi, spesso, per amore ma parla anche di uomini e di quelli che, pur di mantenere il proprio ego inalterato, arrivano perfino a perdere ogni briciolo di coscienza. Coup de Chance è un film che mostra le fasi dell'innamoramento, quelle della noia e poi ancora quelle che portano al disprezzo per il proprio compagno, raccontando l'amore a 360 gradi.
Con un'ottima fotografia che fa emergere, attraverso giochi di luci e ombre, i cambi d'umore dei personaggi, una Parigi di sottofondo romantica e malinconica e una storia semplice ma allo stesso tempo efficace, la prima opera in francese di Woody Allen convince, alleggerisce e per certi versi regala al pubblico di Venezia 80 un po' di quella sana profondità vestita da leggerezza di cui al cinema si ha più bisogno che mai.
Così, dopo aver visto questo film, si esce dalla sala con qualche dubbio in più sulle proprie scelte di vita e d'amore ma sicuramente maggiore consapevolezza su ciò che conta avvero nella vita. E come ci consiglia lo stesso Woody Allen, la cosa migliore da fare, alla fine, è solo una: "non pensare troppo" e noi ci auguriamo di riuscire a farlo davvero.
Voto: 6 e mezzo