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Sabato, 20 Aprile 2024
Città Lecce

Aghi di siringa nascosti sotto la sabbia, punta una ragazza: paura in spiaggia

L'ultima segnalazione in ordine di tempo da Torre Rinalda: la denuncia della giovane bagnante. Cosa fare in caso di puntura

Non si tratta della prima segnalazione del genere. A volte sulle spiagge libere italiane mancano quelle condizioni minime di pulizia e accortezza che sarebbero essenziali. Come riporta oggi LeccePrima, nelle marine salentine ci sono stati più episodi di aghi e siringhe nascosti tra e sotto la sabbia, i quali finiscono sotto i piedi di ignari bagnanti. Episodi dalle conseguenze potenzialmente gravi.

L'ultima segnalazione in ordine di tempo da Torre Rinalda: "Vorrei portare alla luce un episodio accaduto alla sottoscritta, analogo ad ormai diversi casi segnalati nelle marine leccesi" racconta V.B. una bagnante residente a Surbo, "ieri pomeriggio nei pressi di Torre Rinalda, mentre mi apprestavo a godere delle meraviglie della nostra terra, ho avvertito un dolore acuto provenire dal mio piede destro. Immaginavo già a cosa potesse essere dovuto ed infatti, con non molta meraviglia, ho verificato che un ago di siringa si era conficcato nella pianta del mio piede. A chiunque verrebbe da pensare tanto a me non succederà mai, o tanto con quanta gente che ci sta, proprio a me dovrebbe succedere. E invece accade. Pericolosamente", scrive la donna.

"Non dovrebbe succedere in una spiaggia pubblica"

"La questione è che non dovrebbe succedere in una spiaggia pubblica dove ci sono grandi e piccini che vanno al mare per rilassarsi un po’ o che sono intenti a giocare sulla sabbia. La questione è che non dovrebbe succedere proprio" conclude la giovane bagnante, "vorrei per questo rivolgermi a quelle persone che abbandonano rifiuti sulle nostre spiagge, soprattutto rifiuti pericolosi che andrebbero smaltiti in modo corretto, senza danneggiare l’ambiente ma soprattutto la salute altrui".

Quando si viene punti accidentalmente, la Asl consiglia sempre di rivolgersi al pronto soccorso o ad un punto di primo intervento. Sarebbe opportuno portare con sé proprio l’ago e la siringa (così come nel caso di qualunque altro oggetto appuntito in cui si viene  a contatto). Sulla base dello stato in cui risulta essere l’ago, la siringa o l’oggetto appuntito, si seguono due strade diverse di intervento e cura. Se la siringa o l’ago risultano logori e in cattivo stato, esposto quindi agli agenti atmosferici, la situazione è un po’ più tranquilla circa la possibilità  di contrarre possibili infezioni. Nel caso in cui, invece, la siringa non risulti consumata e visibilmente appaia utilizzata di recente e abbandonata da poco tempo, è opportuno tutelarsi contro il rischio di contrarre l’epatite C (per la B di solito c’è la vaccinazione) e il virus Hiv. Si tratta di un rischio comunque basso, limitato allo 0,1 per cento dei casi anche se si riscontra la presenza di sangue nella siringa.

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