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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Città Torino

Sesso in cambio di un posto in squadra: arrestati due allenatori

Ai domiciliari un allenatore di 20 anni, mentre in carcere è finito un collega 50enne

Uno, ventenne, è accusato di aver chiesto sesso a giovani giocatori in cambio di un ruolo da titolare in squadra. L'altro, un 50enne, secondo l'accusa sfruttava il collega più giovane per collezionare materiale pedopornografico. Si è conclusa con due allenatori di calcio arrestati e un obbligo di firma per un arbitro, un'indagine condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni sotto il coordinamento della Procura di Torino.

Durata quasi un anno e mezzo, l’indagine è partita da una denuncia per violenza sessuale presentata dai genitori di un sedicenne. Il ragazzo aveva raccontato alla madre che il suo allenatore di calcio, un ventenne torinese, aveva tentato un approccio sessuale. Le forze dell’ordine hanno appurato che il ventenne adescava le proprie prede individuandole in base all’età e classificandole proprio attraverso l’anno di nascita. Quindici i minori ascoltati. Dopo essersi procurato la fiducia dei ragazzini - secondo gli inquirenti - in chat l’allenatore soggiogava le sue vittime promettendo un ruolo da titolare in squadra. Se questo non funzionava, cercava di sedurre i ragazzi promettendo loro guadagno o altre utilità personali. Gli investigatori hanno esteso l'indagine agli altri due soggetti, rispettivamente allenatore e arbitro di calcio delle giovanili, con cui il ventenne condivideva dati e materiale acquisito sulle vittime.

Per il giovane allenatore il Gip di Torino ha disposto gli arresti domiciliari presso la propria abitazione, con l’assoluto divieto di uso di strumenti telefonici e informatici per la comunicazione all’esterno. L’analisi del materiale sequestrato all’allenatore cinquantenne ha invece permesso agli investigatori di appurare che l’uomo sfruttava il collega più giovane per collezionare materiale pedopornografico, rinvenuto in gran quantità sui supporti informatici nella sua disponibilità. Per tale ragione la locale Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto per lui la misura della custodia cautelare in carcere. L'altra persona coinvolta, un arbitro delle giovanili di calcio, secondo l'accusa cercava di combinare incontri diretti con i minori, anche dietro la scusa della pratica di massaggi tonificanti ai ragazzi. 

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