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Sabato, 20 Aprile 2024
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Terrorismo, la provocazione dei vigili a Roma: "Rischio ritorsioni, fateci lavorare in borghese"

La circolare del Questore D'Angelo alle forze di Polizia impegnate nell'allerta terrorismo di questi giorni. Il sindacato Sulpl scrive alla Raggi: "Esigenze di pubblica sicurezza mascherate con servizio di polizia stradale"

"Prestare la massima attenzione al fine di evitare l'eventualità di azioni ritorsive nei confronti di appartenenti alle forze dell'ordine, nonché di adottare ogni misura necessaria per la tutela dell'incolumità personale". A lanciare l'allarme è la Questura di Roma con una circolare interna indirizzata a tutte le realtà in questi giorni impegnate nell'allerta terrorismo. 

Un documento che ha raggiunto i vari comandi nella giornata di Santo Stefano e che viene motivato con l'apparizione su facebook di "minacce di ritorsione nei confronti delle forze dell'ordine italiane per l'uccisione dell'autore della strage di Berlino". Un ulteriore campanello di allarme in una situazione già ad alta tensione dopo l'attentato di Berlino e l'uccisione di Amis Amri avvenuta a Sesto San Giovanni. E proprio quest'ultimo episodio, con due poliziotti protagonisti dell'uccisione del tunisino ritenuto responsabile dell'attentato nella Capitale tedesca, ha reso gli agenti in divisa un bersaglio ancora più sensibile. 

Il timore, espresso già nei giorni scorsi ancor prima della circolare firmata dal Questore D'Angelo, è quello di ritorsioni proprio nei confronti degli agenti. E se per Carabinieri, Polizia, Finanza, Polizia Stradale questa circolare si trasforma nell'ordine di indossare giubotti anti proiettili e di equipaggiarsi al meglio per fronteggiare il pericolo, per i vigili si ripropone il solito interrogativo: "come ci difendiamo noi che siamo semplici impiegati"? 

Sono i sindacati a riproporre il problema. Il SULPL, in una lettera inviata alla sindaca Raggi arriva alla provocazione: "Si  richiede  che il  personale  sia  impiegato  da  ora  in  avanti  in  borghese per ogni attività istituzionale". Il ragionamento del sindacato è semplice e origina dal servizio disposto ai 23 varchi per impedire l'accesso in centro città ad autocarri e tir. Un servizio per l'opinione pubblica di pubblica sicurezza, ma nella sostanza di polizia stradale. Questo perché i vigili non vengono riconosciuti come poliziotti, ma ricorda il sindacato, come "impiegati in divisa". Non potendo far a meno del loro utilizzo però si usa l'istituto dei controlli di polizia stradale. Quindi nei fatti se arriva un camion guidato da un terrorista che non si ferma all'alt gli agenti di polizia locale, in base alla disposizione, non possono sparare e non possono difendersi: possono solo multare per la violazione del varco.

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