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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Agrigento

I tre anziani pestati e sequestrati per "puro sadismo". I video delle torture postati su facebook

Calci, pugni, bastonate e minacce di morte. Violenze filmate con lo smpartphone e poi finite sui social. Le vittime sarebbero state scelte a caso. Succede a Licata (Agrigento) dove tre persone sono state sottoposte a fermo dalle forze dell'ordine

Anziani picchiati, sequestrati e umiliati. Tre persone sono state fermate a Licata, nell'Agrigentino, con l'accusa di tortura, sequestro di persona, lesioni e violazione di domicilio. Secondo l'accusa si sarebbero resi responsabili di "ripetuti gravi e odiosi atti di violenza e minaccia" nei confronti di tre anziani in condizione di minorata difesa. Botte, umiliazioni e "atti di sadismo", spiegano gli investigatori, ripresi e postati su facebook.

In una circostanza uno dei tre invalidi civili sarebbe stato brutalmente pestato con un bastone, legato con del nastro adesivo e abbandonato per strada fino a quando una donna di passaggio non lo liberò. In altre sarebbero stati umiliati con della vernice al volto e con una sostanza che aveva provocato la caduta dei capelli. Oppure, ancora, legati a una sedia con un secchio in testa e picchiati. Calci, pugni, bastonate e minacce di morte. Il tutto sempre filmato con degli smartphone e diffuso in rete, sui social con titoli di derisione. 

Le indagini sui tre anziani picchiati e umiliati a Licata

Un racconto dell'orrore, andato avanti per molti giorni, con tre vittime scelte a caso, solo perchè disabili. La loro "ribellione", dopo gli ennesimi pestaggi, ha fatto scattare l'inchiesta, che la Procura di Agrigento ha delegato ai carabinieri di Licata. Durante le indagini anche il padre di una delle tre vittime ha raccontato ai militari i danni psichici subiti dal figlio.

Raccolti tutti gli elementi di prova, per i tre presunti componenti della gang, di cui avrebbero fatto parte anche altre persone non ancora identificate, è scattato il fermo di indiziato di delitto firmato dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gianluca Caputo. In carcere sono finiti un 26enne, un altro ragazzo di 23 anni e un uomo di 37. Il provvedimento di fermo si è reso necessario per evitare la fuga dei tre e, soprattutto, per evitare altre spedizioni punitive ai danni degli anziani che avrebbero potuto avere anche esiti mortali.

"Gli atti di violenza degli indagati, immortalati in alcune video riprese, non appaiono giustificati da alcun pur futile motivo ma rispondono unicamente a logiche di puro sadismo" spiegano ancora gli inquirenti. 

La Procura, oltre alla violazione di domicilio e al sequestro di persona, contesta il reato di tortura. Secondo i pm non si può escludere che la banda si sia resa protagonista di altri episodi. Entro 48 ore i pm chiederanno la convalida del fermo per i tre indagati - che hanno nominato come difensore l'avvocato Santo Lucia - e sarà fissata l'udienza davanti al gip. 

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