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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Due sindacalisti arrestati a Modena mentre incassano tangente

I due, esponenti nazionali di spicco del sindacato "SI Cobas", sono stati arrestati dalla polizia di Modena con l'accusa di estorsione aggravata e continuata nei confronti di un noto gruppo industriale del modenese attivo nel settore della lavorazione delle carni

Due esponenti nazionali di spicco del sindacato "SI Cobas" sono stati arrestati dalla polizia di Modena con l'accusa di estorsione aggravata e continuata nei confronti di un noto gruppo industriale del modenese attivo nel settore della lavorazione delle carni.

Gli agenti della Squadra Mobile modenese hanno sorpreso i due responsabili poco dopo aver incassato una parte della somma di denaro, che era stata estorta per calmierare le attività di protesta e di picchettaggio nei confronti delle aziende del gruppo.

Arrestati il coordinatore nazionale S.I. Cobas Aldo Milani e il responsabile di una società di consulenza sindacale, responsabili secondo l'accusa di estorsione aggravata e continuata nei confronti del un noto gruppo industriale dei fratelli Levoni, attivo con diverse aziende nel settore della lavorazione delle carni.

I poliziotti della Squadra Mobile modenese, coordinati dalla sostituto procuratore Claudia Natalini, hanno sorpreso i due responsabili poco dopo aver incassato una parte della somma di denaro, che era stata chiesta ed ottenuta per placare le attività di protesta e di picchettaggio nei confronti delle aziende del gruppo.

L'INCONTRO – Il vertice tra i fratelli Levoni e i due arrestati è avvenuto nel pomeriggio presso l'Alcar Uno, azienda di Castelnuovo Rangone al centro di una lunga vertenza sindacale e delle proteste in strada che lo scorso novembre avevano portato anche allo scontro tra i lavoratori SI Cobas e la Polizia. Durante la riunione ristretta durata oltre due ore e mezza, i due arrestati si sono fatti consegnare una busta con 5.000 euro in contanti. Sarebbero stati la prima tranche di una richiesta ben più esosa, pari a 90.000 euro, grazie alla quale i due sindacalisti si sarebbero impegnati a tenere calmi i lavoratori e non creare più danno all'azienda. (IL VIDEO) Il filmato, dal quale è stato escluso l'audio per ragioni investigative, mostra il consulente intascare la busta e persino mimare forse in maniera ironica il gesto delle "manette", come a sottolineare la consapevolezza del gesto appena compiuto.

L'INDAGINE – L'inchiesta svolta dalla Squadra Mobile è stata decisamente rapida. Già da novembre gli imprenditori erano sotto stretto controllo per il clima di tensione che si era sviluppato, ma il giorno 13 dicembre è arrivata una svolta: i Levoni hanno denunciato il tentativo di estorsione, spiegando che il sindacato aveva minacciato di scatenare nuovamente la protesta se non fosse stata pagata una cifra in contanti, fuori da ogni legittimo canale. I poliziotti hanno quindi avviato intercettazioni telefoniche e ambientali, culminate con la videoregistrazione dell'incontro di ieri fra gli imprenditori, Aldo Milani e l'intermediario sindacale.

LE IPOTESI – L'arresto, che deve ancora essere convalidato, non ha certo posto fine all'indagine, nella quale sono coinvolti anche altri esponenti sindacali, il cui ruolo è tutto da definire. Si tratta in buona sostanza di capire se le manifestazioni sindacali davanti ai cancelli siano in qualche modo state pilotate e se esista una strategia ben precisa di mobilitazione dei lavoratori volta ad un tornaconto economico personale dei vertici sindacali. Ancora presto per dirlo, ma la Procura e lo stesso Questore Paolo Fassari hanno fatto intendere che l'indagine potrebbe avere risvolti interessanti anche per altri siti produttivi, non solo nel comparto carni modenese. Lo stesso Procuratore Lucia Musti ha invitato altri imprenditori che fossero stati vittima di estorsioni simili a farsi avanti e denunciare i fatti.

LA REAZIONE – Il sindacato SI Cobas ha già fatto sentire la propria voce attraverso una nota stampa, in netta contrapposizione alle accuse dell'autorità giudiziaria. "E' evidente che ci troviamo di fronte a un escalation repressiva senza precedenti: lo stato dei padroni, non essendo riuscito a fermare con i licenziamenti, le minacce, le centinaia di denunce, i fogli di via, le manganellate e i lacrimogeni una lotta che in questi anni ha scoperchiato la fogna dello sfruttamento nella logistica e il fitto sistema di collusioni e complicità tra padroni, istituzioni e sistema delle cooperative, ora cerca di fermare chi ha osato disturbare il manovratore – ha attaccato la sigla autonoma, difendendo il proprio leader – La sostanza è semplice: con l'arresto di Aldo Milani si vuol mettere definitivamente fuorilegge la libertà di sciopero! Proclamiamo quindi fin da ora la mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro, e chiamiamo le reti di simpatizzanti e solidali a mobilitarsi nelle iniziative che nelle prossime ore saranno indette dal SI Cobas contro la repressione e per la liberazione immediata di Aldo"

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