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Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Savona

La giovane che rifiuta di sposare un irregolare e rischia di essere uccisa con una overdose

Succede ad Alassio (Savona) dove i carabinieri hanno arrestato 7 persone, di cui sei in carcere e una ai domiciliari. L'accordo era fallito

In un primo momento hanno provato a costringere una ragazza italiana a sposare un marocchino irregolare sul territorio italiano. Poi, in seguito al suo rifiuto, hanno tentato di ucciderla con una overdose. I Carabinieri di Alassio (Savona) hanno arrestato 7 persone (6 in carcere e una ai domiciliari) con l'accusa a vario titolo di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, violenza privata nonché violazione del provvedimento di quarantena obbligatoria per l'emergenza sanitaria del Covid-19.

Sette arresti ad Alassio Savona

Le indagini erano partite dopo un finto matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare nel marzo scorso tra la ragazza italiana ed un cittadino marocchino irregolare che voleva regolarizzare la sua posizione giuridica sul territorio italiano, pagando 5 mila euro di cui 2 mila versati come anticipo. Un accordo fallito a causa dello scoppio della pandemia e di altre criticità emerse nelle trattative tra gli 'sposi'. 

Emerge uno spaccato criminale nel quale erano coinvolte altre persone, responsabili di diversi reati: lo spaccio di sostanze stupefacenti ma soprattutto una tentata estorsione nei confronti della sposa e il tentato omicidio della donna con una overdose per ritorsione per essere venuta meno all'accordo matrimoniale. All'operazione hanno preso parte tutte le Stazioni della Compagnia di Alassio e quelle della Compagnia di Albenga, il nucleo operativo e radiomobile, gli elicotteristi del 15 NEC e il nucleo cinofili con i cani antidroga Cico, Facolo e Grognar. 

La donna, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, aveva deciso di non sposarsi più: avendo ricevuto altre offerte allettanti e ben più retribuite, aveva messo all'asta la sua disponibilità di "sposa" al miglior offerente che necessitava di contrarre matrimonio, allo scopo di regolarizzare la propria posizione in Italia. Il suo venir meno all'impegno preso, a fronte di un cospicuo anticipo (2500 euro e un posto di lavoro effettivamente procuratole dai familiari dello sposo, un cittadino marocchino), hanno scatenato l'ira furibonda degli organizzatori del matrimonio, che, sentendosi traditi, non hanno esitato a minacciarla di morte, a farle perdere il posto di lavoro, al fine di ostacolare eventuali sue iniziative dirette a contrarre matrimonio con altre persone di origine marocchina.

La donna, inoltre, nel mese di maggio è stata salvata in extremis, sul greto del fiume Centa di Albenga, da un overdose di oppiacei somministratole da due soggetti nordafricani, poi scoperti e denunciati, il cui movente e' ancora al vaglio degli inquirenti.

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