Cancellata la mafia nel regno di Provenzano: presi trentuno boss
Azzerato il mandamento di Bagheria: in manette trentuno persone tra boss e gregari della cosca. Decisive per l'operazione le denunce di una ventina di commercianti
PALERMO - "Reset". L'hanno chiamata così perché è l'operazione che ha messo la parola fine sulla mafia a Bagheria. E, si spera, quella che potrà regalare un nuovo inizio al comune palermitano. Dalle prime luci dell'alba cinquecento carabinieri sono impegnati nell'arresto di trentuno capi e gregari della cosca bagherese, ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, sequestro di persona, estorsione, rapina detenzione illecita di armi da fuoco e danneggiamento a seguito di incendio. Fondamentale per dare il là al "reset", le denunce di una ventina di commercianti che non si sono piegati al pizzo e hanno fatto nomi e cognomi dei "padroni" di quello che fu covo e regno di Bernardo Provenzano.
"In una notte scende una squadra...": così parlavano i boss
Le indagini hanno permesso di documentare l'esistenza di un "direttorio", una sorta di organo decisionale provinciale, e di accertare l'esistenza di un vertice strategico, definito "testa dell'acqua", a cui obbediva anche il reggente operativo del mandamento.
Sono stati inoltre identificati gli esecutori materiali dell’omicidio di Canu Antonino, avvenuto a Caccamo il 27 gennaio 2006, e del tentato omicidio di Salerno Nicasio, del 23 agosto 2005. Le ricerche hanno consentito di documentare ben quarantaquattro estorsioni, quattro danneggiamenti per incendio, una rapina e una tentata rapina. Quattro i progetti di rapina sventati grazie all’intervento "preventivo" dei carabinieri. (da PalermoToday)