rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Città

Maghi della truffa tra satanismo, minacce e violenza: il lungo incubo delle vittime

Sette persone sono state arrestate a in provincia di Messina, con l’accusa di associazione per delinquere, truffa aggravata, violenza privata e tentata estorsione. Un ottavo indagato, invece, è ricercato. C'è chi ha perso centinaia di migliaia di euro

Le indagini sono state lunghe e approfondite. Erano scattate nel 2017 dopo la denuncia di una vittima che aveva raccontato di aver versato centinaia di migliaia di euro, e sono andate avanti per quasi due anni. Spacciandosi per veri e propri maghi e cartomanti, agganciavano le loro vittime, le convincevano dei loro poteri occulti ed esoterici e le inducevano a versare ingenti somme di denaro in cambio delle loro ‘prestazioni professionali’. Sette persone sono state arrestate a in provincia di Messina, con l’accusa di associazione per delinquere, truffa aggravata, violenza privata e tentata estorsione. Un ottavo indagato, invece, è ricercato. 

Grazie a intercettazioni telefoniche, testimonianze e perquisizioni gli investigatori sono riusciti a fare luce su un gruppo criminale che aveva la propria base operativa a Santo Stefano di Camastra ma che era attivo sull’intera provincia. Proprio le intercettazioni telefoniche hanno permesso di svelare il modus operandi del gruppo. "Gli indagati avvicinavano le vittime e, sfruttando momenti di fragilità e solitudine, ne carpivano la fiducia attraverso lunghe telefonate a ogni ora del giorno e della notte – spiegano gli investigatori -, durante le quali, fingendo solidarietà e comprensione, si arrogavano poteri sensitivi straordinari (potere di percepire il pericolo incombente nella vita degli altri; potere di purificazione da fenomeni paranormali negativi)". A questo punto bastava l’esistenza di gravi e immediati pericoli, anche mortali sull’intero l’intero nucleo familiare (per esempio riti malefici posti in essere da terzi con teli appesi al balcone), che potevano essere scongiurati soltanto attraverso il ricorso alla cartomanzia, a "riti esoterici, rituali magici, preghiere" per ottenere cifre esorbitanti, consegnate in contante o attraverso ricariche su carte prepagate.  

I rituali magici o riti esoterici (chiamati “lavori”, “grafiche”, “invocazioni”) venivano sempre prospettati come molto costosi, perché servivano materiali speciali e talismani (“Il materiale esoterico costa!!”), nonchè come condizione imprescindibile per la rimozione del grave male, del “malocchio” o della “fattura”. I riti, a volte, servivano anche a mettere a tacere definitivamente “voci e dicerie di paese” pericolose per la reputazione della vittima (ad esempio relazioni extraconiugali) e comprendevano anche la consegna di “talismani”, ossia oggetti di vario tipo (collanine, portachiavi, braccialetti, pietre vulcaniche) che dovevano essere utilizzati secondo precise istruzioni: così, ad esempio, un braccialetto doveva essere indossato per ventiquattro ore consecutive, compresa la notte, e l’indomani doveva essere gettato in mare.

Gli indagati, al minimo sospetto che le vittime, scoperti i loro inganni, cercassero di uscire dal circolo vizioso in cui erano incorse, passavano a vere e proprie intimidazioni nei loro confronti; in particolare, le minacciavano che, se avessero smesso di pagare o avessero denunciato i fatti, avrebbero scagliato al loro indirizzo, e a quello delle loro famiglie, ogni sorta di maleficio e negatività. In alcuni casi hanno ricattato le loro vittime, minacciandole che avrebbero divulgato tutte le informazioni “compromettenti” di cui erano venute in possesso, carpite in occasione dello svolgimento delle loro “prestazioni professionali” (uno degli indagati, per esempioo, ha minacciato la vittima di divulgare il contenuto di non meglio precisate “cassette” o anche di riferire agli assistenti sociali ed al datore di lavoro della sua “cliente - vittima” le informazioni confidenziali ricevute).

Per incrementare il senso di smarrimento delle vittime ed eludere eventuali indagini, gli indagati inscenavano l’esistenza di fantomatici soggetti dai poteri ancora più straordinari (“Alessia”, “Ester”, “Carlo”, “Valentino”, “Loredana”, “Alina”, “Giovanna”, etc.), dei quali addirittura simulavano la voce al telefono. L’intera attività avveniva per via  telefonica: gli incontri di persona, di conseguenza, avvenivano solo al momento della consegna del denaro contante.  Le vittime, per procurarsi la liquidità necessaria a soddisfare le incessanti richieste degli indagati, non solo attingevano a tutti i loro risparmi, vendendo gioielli, attrezzature di lavoro (in un caso, addirittura, un intero allevamento di bestiame) e persino immobili di proprietà (le stesse case di abitazione), ma erano costrette anche a contrarre gravosi debiti con amici e parenti (ai quali tacevano il reale motivo del prestito), fino a contrarre debiti a tassi usurari che non riuscivano poi ad onorare. Per ogni consulenza/rito, i malcapitati clienti versavano una “parcella” di qualche centinaio di euro, fino ad arrivare a corrispondere, nel corso del tempo, in totale, cifre anche superiori ai 10.000 euro.  Nei casi più gravi, due vittime hanno consegnato, rispettivamente, oltre un milione di euro e 70.000 euro. Tutti gli altri dettagli dell'operazione, molto inquietanti, sono su MessinaToday.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Maghi della truffa tra satanismo, minacce e violenza: il lungo incubo delle vittime

Today è in caricamento