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Venerdì, 29 Marzo 2024
Palermo

Vanno a fare la spesa, per negozi o al bar durante l'orario di lavoro: indagati 28 dipendenti comunali

Operazione "Timbro libera tutti" della guardia di finanza contro l'assenteismo nella pubblica amministrazione. A Palermo ai domiciliari per truffa e false attestazioni otto tra lavoratori diretti del Comune, del Coime e della Reset in servizio ai Cantieri culturali alla Zisa. Gli altri sono stati sottoposti all’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria

Durante l’orario di lavoro c’era chi andava a fare la spesa o a comprare un paio di scarpe. C’era chi si concedeva una corsetta in tenuta sportiva e chi preferiva godersi una colazione al bar o fare visita a qualcuno. Sono 28 i dipendenti comunali in servizio ai Cantieri culturali alla Zisa a Palermo coinvolti nell’inchiesta "Timbro libera tutti" della guardia finanza che questa mattina ha eseguito un’ordinanza del gip. In otto sono finiti ai domiciliari mentre gli altri sono stati sottoposti all’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria. I lavoratori, impiegati diretti del Comune o delle partecipate Coime e Reset, sono ora indagati per truffa e falsa attestazione della presenza in servizio. Uno dei lavoratori coinvolti, secondo quanto reso noto, ha anche un'indagine per mafia.

Ai domiciliari sono finiti: Dario Falzone, 69 anni: Antonio Cusimano, 60 anni; Gaspare Corona, 68 anni; Mario Parisi, 61 anni; Francesco Paolo Magnis, 61 anni; Salvatore Barone, 47 anni; Giancarlo Nocilla, 48 anni; Tommaso Lo Presti, 50 anni. Le indagini coordinate della Procura sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria del Gruppo tutela mercato beni e servizi. In soli tre mesi i finanzieri avrebbero accertato mille episodi. Attraverso i video ripresi con una telecamera nascosta, i pedinamenti, gli appostamenti e i riscontri documentali sono state conteggiate oltre 2.500 ore di servizio non rese dai dipendenti ma pagate ugualmente con soldi pubblici. "Molto frequenti - spiegano gli investigatori - erano i casi di timbrature multiple da parte di un singolo soggetto per conto dei colleghi in realtà non presenti in servizio".

In altri casi invece i lavoratori avrebbero fatto ricorso allo strumento della "rilevazione manuale" che consente, in mancanza del badge personale, di attestare la propria presenza al lavoro tramite comunicazione scritta. "L'aspetto più allarmante - sottolinea il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Palermo - è il diffuso senso di impunità che ha permeato un significativo numero di pubblici dipendenti che si sono sentiti liberi di violare sistematicamente le regole del rapporto di impiego". Per il colonnello Angelini si tratta di "comportamenti che determinano un danno economico e di immagine per la pubblica amministrazione e che incidono negativamente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini". 

"L’operazione di oggi - si legge in una nota - testimonia il quotidiano impegno della Procura e della guardia di finanza di Palermo per la tutela della legalità con l’obiettivo di contrastare perniciosi fenomeni illeciti a danno della pubblica aamministrazione che rappresenta e deve tutelare gli interessi della collettività". "L'attività investigativa ha svelato l'esistenza di un fenomeno illecito estremamente diffuso all'interno della struttura pubblica cittadina, un contesto di quasi assoluta anarchia amministrativa, un modus operandi divenuto cronico a tal punto da essere considerato come un comportamento 'normale'", commenta il generale Antonio Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza.

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