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Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Catania

La banda che ruba le auto in strada in appena venti secondi

I carabinieri hanno messo a segno una vasta operazione scoprendo che le vetture erano usate per il cosiddetto "cavallo di ritorno" chiedendo il riscatto ai proprietari

Per rubare un'auto parcheggiata in strada bastano solo venti secondi. Tanto impiegava una banda smantellata dai carabinieri di Catania nell'ambito di una maxioperazione con 68 indagati a vario titolo per mafia, droga ed estorsioni con il metodo del cavallo di ritorno per le auto rubate.

All'indagine denominata "Carback", condotta dalla compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa con il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catania, hanno preso parte 400 militari dell'Arma. Gli arresti in tutta la provincia di Catania, ma anche a Siracusa Agrigento, Pavia e Vibo Valentia. 

Gli inquirenti hanno individuato due associazioni criminali che secondo l'accusa avevano la base operativa nel quartiere catanese di San Giorgio: la prima composta da 45 persone e dedita ai furti di autovetture, la maggior parte delle quali era destinata a essere oggetto di estorsione con il metodo del "cavallo di ritorno", la seconda dedita al traffico di cocaina. Uno degli indagati è considerato vicino al clan mafioso "Cursoti milanesi".

furto auito ct2

Che fine fanno le auto rubate in soli 20 secondi

Gli indagati erano organizzati in 3 "batterie" ciascuna con una competenza territoriale ben precisa. Per gli inquirenti, erano in grado di rubare un'autovettura parcheggiata in strada in appena 20 secondi. Altri indagati svolgevano invece il ruolo di mediatore con i proprietari dei mezzi rubati, per concordare la restituzione del mezzo dietro versamento di un "riscatto".

Secondo gli inquirenti a cifra chiesta per restituire l'auto variava da 300 e 1.500 euro in base al modello e alle condizioni dell’autovettura, al numero di persone intervenute nell'intermediazione e al rapporto di conoscenza tra gli indagati e la vittima del furto.

I veicoli rubati venivano lasciati in sosta per almeno tre giorni. Non un numero a caso. Questo tempo  perl'accusa serviva per contattare il proprietario e intavolare la trattativa, poteva però servire anche a rimediare a eventuali "torti", qualora l’autovettura asportata fosse appartenuta a personaggi di particolare caratura criminale o persone a loro vicine, provvedendo all’immediata restituzione del mezzo. I tre giorni servivano poi ad accertarsi che non ci fossero dispositivi gps nascosti e non individuati durante  la "bonifica"del mezzo, scongiurando in tal modo il rischio di essere scoperti.

Se le estorsioni non andavano a buon fine, trascorsi i tre giorni, le autovetture rubate venivano destinate alla ricettazione, anche fuori provincia, per l'immissione nel fiorente mercato nero di veicoli e parti di ricambio.

Nel filone di indagine relativo agli stupefacenti, invece, è stato accertato un ingente traffico di cocaina sia all'"ingrosso" sia al "dettaglio", con partite di droga, acquistate al prezzo di 42mila euro al chilo, che rifornivano fiorenti piazze di spaccio a Catania città, ma anche a Nicolosi (Catania), Siracusa, Trapani e Palermo.

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