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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Roma-Latina, il progetto dell'autostrada della discordia

L'idea di collegare la Capitale e il sud della Regione con un'autostrada nasce negli anni '90: la "Nuova Pontina" è diventata la grande opera del Lazio

ROMA - Autostrada Roma-Latina. L'ultimo atto, dal finale ancora aperto, di questa saga lunga vent'anni sta andando in scena proprio in questi giorni. In questi giorni infatti nel XII municipio si sta discutendo con consigli e riunioni sulla bretella Tor De Cenci-A12 che dovrà unire l'autostrada Azzurra, quella che da Civitavecchia arriva a Roma e che da lì poi, passando per la periferia sud-est romana, si ricollegherà alla nuova autostrada.

Un'opera "minore" se paragonata alla totalità del progetto del corridoio, lungo complessivamente ben 99,8 chilometri, che collegherà la Capitale con Latina seguendo per circa il 60% il tracciato dell'attuale strada statale Pontina. Eppure vitale dal momento che senza la sua progettazione nessun cantiere potrà partire. Il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) infatti, stanziando i primi finanziamenti, ha subordinato l'avvio dei lavori alla progettazione di questa bretella.

La volontà di realizzare l'opera ha sollevato le proteste non solo dei cittadini riuniti in comitato che chiedono di privilegiare il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma, ma anche del mondo politico che da destra a sinistra sta lanciando messaggi contrari alla sua realizzazione. Anche il vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, che proviene proprio da quel quadrante cittadino, si è fatta paladina della battaglia contro la bretella e ha mandato per posta a tutti i cittadini una lettera con una petizione da firmare per opporvisi (https://eur.romatoday.it/belviso-lancia-petizione-contro-bretella-tor-de-cenci-.html). Eppure dell'eventualità di realizzare un'autostrada che unisca il sud del Lazio con Roma se ne parla da più di vent'anni. E la Grande Opera, nata sotto l'ala socialista, è stata sostenuta in maniera bipartisan da tutte le giunte regionali che si sono succedute nel tempo.

LA STORIA - La storia del corridoio Roma-Latina inizia più di vent'anni fa. Allora a guidare la Regione Lazio c'era l'attuale presidente di Federambiente, il socialista Bruno Landi, che iniziò a pensare a un collegamento tra Fiumicino e Valmontone, ovvero tra il litorale e l'A1. Ma è con Francesco Storace (giunta centrodestra), che ha governato la regione dal 2000 al 2005, che la grande opera assume un valore centrale per ogni futura amministrazione regionale. Tra progetti, ricorsi e contenziosi, sulla Roma-Latina ci si è giocato molto dal punto di vista politico.

A metà mandato, Storace, con il benestare dell'allora ministro alle Infrastrutture, Pietro Lunardi, propone la realizzazione di un corridoio per collegare Fiumicino con Formia. Le opposizioni cittadine si fanno sentire fin da subito con cortei e proteste. Nel 2005 il cambio di giunta. Il centro sinistra vince le elezioni e Piero Marrazzo diventa presidente della regione. Come i suoi predecessori decide di continuare a portare avanti il progetto per la realizzazione dell'autostrada così nel 2006, in accordo con l'allora ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, viene stilato il progetto che, al netto di alcune variazioni, costituisce ancora oggi il tracciato del Corridoio Roma-Latina. L'impianto generale della grande opera infatti sopravvive anche all'ultimo cambio di giunta che riporta la regione Lazio nelle mani di un centrodestra guidato dalla presidente Polverini. "Ci auguriamo che i cantieri partano entro il 2013" ha dichiarato la governatrice. "È un'opera strategica per il nostro territorio e per il Paese". E stavolta, dopo la pubblicazione lo scorso dicembre in gazzetta ufficiale e il via ai finanziamenti da parte del Cipe, se il progetto definitivo della bretella Tor De Cenci-A12 vedrà la luce, l'autostrada Roma-Latina potrebbe diventare realtà.

I COSTI - Come spesso accade in tema di grandi opere, con l'allungamento dei tempi, aumentano a dismisura anche i costi. 2,8 i miliardi di euro previsti per la "nuova Pontina" e le due bretelle autostradali, la Tor De Cenci-A12 e la Cisterna-Valmontone. Una cifra consistente se paragonata a quella iniziale definita durante la giunta Storace che ammontava a "appena" 850 milioni di euro (al netto delle due bretelle), poi lievitata a oltre 1,4 miliardi durante l'amministrazione Marazzo. 800 milioni il costo della bretella Cisterna-Valmontone mentre ben 500 quelli del collegamento Tor De Cenci-A12. Una grande opera nella grande opera, considerando che i 16 km chilometri di bretella dovranno non solo scavalcare il fiume Tevere con una campata unica di oltre 1,5 km per non far ricadere i piloni del futuro ponte nell'area golenale del fiume, ma attraverseranno la riserva naturale di Decima-Malafede e quella del Litorale romano. In quanto ai costi, pessimista il Comitato No Corridoio Roma Latina per la metropolitana leggera che ne prevede un raddoppio: "Rimanendo da definire con precisione ancora 83 chilometri possiamo dire che i costi si aggirano attorno ai 5 miliardi".

LE PROTESTE - Che la statale Pontina sia una strada da mettere in sicurezza, lo dicono le cifre. Come riporta il libro Capitale Immobile pubblicato dal Centro di documentazione sui conflitti ambientali all'inizio del 2012 "le ultime stime contano oltre 560 incidenti mortali negli ultimi vent'anni, rendendo la tratta una delle più rischiose d'Italia. Preceduta solo dalla Romea, percorrendo la Pontina si rischia di essere coinvolti in un incidente con una probabilità di almeno sei volte maggiore rispetto alle altre strade nazionali (dello stesso tipo, ndr) con una media di 3,09 incidenti ogni chilometro a dispetto di quella nazionale che è di 0,7". I comitati si oppongono all'idea che altro cemento possa portare a una soluzione del problema. "Questo progetto è devastante dal punto di vista ambientale, dal momento che distruggerebbe molti ettari di campi coltivati che si trovano lungo il percorso, ma soprattutto inutile per i pendolari che ogni giorno dal Pontino si mettono in coda per raggiungere Roma, che dovrebbero stare comunque nel traffico, soprattutto in entrata a Roma dove si verrebbe a creare un vero e proprio tappo, e ritrovarsi a pagare anche il pedaggio". La proposta del comitato è scritta nel suo nome: No Corridoio Roma Latina per la metropolitana leggera. "Con molti meno soldi si potrebbe realizzare un'infrastruttura come la metro leggera che diminuirebbe il traffico dei pendolari e sarebbe più sostenibile dal punto di vista economico". Senza dimenticare la necessità di "mettere in sicurezza la Pontina, una strada davvero pericolosa per l'incolumità di chi la percorre tutti i giorni". (da RomaToday)
 

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