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Giovedì, 18 Aprile 2024
Città Catanzaro

La scuola rifiuta il bambino malato: "E' infettivo"

La storia di un bambino di 5 anni affetto da fibrosi cistica e la denuncia della mamma, costretta a iscriverlo in un istituto distante da casa

CATANZARO - "Il bambino ha la fibrosi cistica: niente scuola dell'infanzia". Così un istituto di Montepaone Lido, in provincia di Catanzaro, ha negato l'iscrizione a un aspirante scolaro di 5 anni affetto dalla grave malattia genetica.

Il fatto è stato denunciato dalla mamma del piccolo e confermato in una nota la Lega italiana fibrosi cistica (Lifc) onlus - associazione Calabria. La donna, secondo quanto racconta l'associazione, avrebbe ricevuto un "no" alla domanda di iscrizione del figlio, esplicitamente legato alla sua malattia.

"LA SCUOLA NON E' UN OSPEDALE" - La mamma, racconta la Lifc calabrese, si sarebbe sentita rispondere dalla dirigente scolastica che l'istituto "non può essere scambiato per un ospedale e non può quindi assistere persone affette da malattie infettive". La scuola che, secondo quanto raccontato dalla mamma, ha rifiutato l'iscrizione del piccolo con fibrosi cistica, è pubblica.

Inutile, spiegano dall'associazione, si è dimostrato il tentativo della donna di spiegare che la fibrosi cistica non è una malattia contagiosa, ma sono piuttosto anche i piccoli raffreddori delle persone che circondano il paziente a compromettere il suo già precario stato di salute.

LETTERA AL MINISTRO - La donna, dopo il "no", non si è arresa e ha iscritto il figlio in una scuola di Soverato. Ma per frequentare il piccolo deve percorrere diversi chilometri e fare avanti e indietro tutte le mattine. Così la mamma, stanca del pendolarismo quotidiano, ha deciso di raccontare tutto alla Lifc Calabria che sul caso (avvenuto lo scorso novembre) ha scritto una lettera indirizzata al ministro dell'Istruzione, al sindaco del Comune di Montepaone, all'Ufficio scolastico regionale della Calabria e a quello provinciale di Catanzaro, chiedendo "un intervento immediato teso alla definitiva risoluzione del problema, concedendo il diritto all'istruzione e alla socializzazione al bambino discriminato".

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