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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca / Padova

Bambino prelevato a scuola, le reazioni: avviata un'inchiesta. Il padre: "L'ho salvato, ora è sereno"

Il capo della Polizia Manganelli esprime rammarico per la vicenda e avvia un'inchiesta interna. Schifani e Fini: chiarire. Garante infanzia: grave fatto

PADOVA - Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha espresso "profondo rammarico" e ha rivolto le sue scuse ai familiari del bambino prelevato dagli agenti a scuola a Cittadella (Padova), assicurando "massimo rigore nell'inchiesta interna avviata".

Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha chiesto "urgenti e tempestivi chiarimenti". L'Idv ha presentato un'interrogazione al governo e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha esortato il governo a "riferire quanto prima in considerazione delle richieste di informativa e delle interrogazioni parlamentari presentate in merito da deputati di vari gruppi".

IL PADRE - "Ho salvato mio figlio e ora sta bene, è sereno. Abbiamo pranzato insieme e giocato alla playstation, ho cenato con lui e l'ho messo a letto. Non lo facevo da anni, è stata una bella emozione"., ha detto il padre del bambino, presente alla conferenza stampa che si è svolta oggi nella sede della questura di Padova. Il genitore ha ottenuto, tramite provvedimento del tribunale dei minori di Venezia, la potestà esclusiva sul figlio. A causa dei pessimi rapporti con la madre del bambino, per molto tempo era stato impossibile eseguire il provvedimento stabilito dalla corte d'appello.

LE REAZIONI - Associazioni e istituzioni hanno espresso indignazione per l'episodio. Per il Garante dell'infanzia, Vincenzo Spadafora, si tratta di un "episodio grave per le modalità in cui si è svolto". Anche per Save the Children le modalità in cui Leonardo è stato portato via sono "inaccettabili", "non sono state rispettate garanzie minime tutela del minore". Dal canto suo, il Garante della Privacy, ha chiesto di "non diffondere immagini e dettagli eccessivi che possano ledere la dignità". "Un video raccapricciante", ha denunciato poi il Movimento italiano genitori. "E' inaudito - ha dichiarato il Moige - che si commetta un gesto così deprecabile nei confronti di un bambino di 10 anni". "Gli interessi, la dignità e la personalità del bambino sono stati violati in modo imperdonabile", ha sottolineato dal canto suo l'Associazione matrimonialisti italiani, "i bambini non sono pacchi da prelevare davanti a tutti solo perché un giudice ha disposto un provvedimento di affidamento".

IL BAMBINO PORTATO VIA A FORZA DALLA POLIZIA: GUARDA IL VIDEO

La questura di Padova ha fatto sapere che uno dei due uomini che hanno portato via il bambino "è il padre che lo tiene per le gambe. A un certo punto - ha spiegato - il bambino si è buttato a terra: è un ragazzino corpulento e per questo il padre ha chiesto aiuto a uno dei nostri agenti per sollevarlo da terra e portarlo in auto". L'affido al padre del piccolo Leonardo, ha proseguito la questura, segue la disposizione della magistratura che per ben "tre volte aveva tentato di eseguire il provvedimento presso l'abitazione della madre", trovando sempre l'opposizione dei nonni e della stessa donna. L'intervento presso la scuola è stata l'estrema ratio eseguita "in un luogo neutro. Ieri mattina si era tutto svolto in maniera tranquilla fino all'arrivo del nonno".

Leonardo è stato prelevato mercoledì mattina con la forza da agenti in borghese presso la sua scuola elementare di Cittadella, in provincia di Padova. Una zia del ragazzo ha ripreso tutto. La madre del bambino ha detto che le impediscono di vederlo. "Ieri sera - ha dichiarato Ombretta Giglione a Mattino Cinque - sono andata nella casa famiglia nella quale è stato portato mio figlio, ma mi hanno impedito di vederlo. Ero con il pediatra e ho chiesto che il bambino venisse visitato perché, visto il modo barbaro con il quale è stato trascinato via da scuola, aveva sicuramente riportato qualche trauma. Ma soprattutto volevo accertarmi del suo stato psicologico. Ma questo non mi è stato permesso".

Da quanto si apprende da fonti della questura di Padova, gli agenti hanno dato supporto al consulente della Corte d'appello veneziana nell'esecuzione del provvedimento. I fatti vengono chiariti, ulteriormente, da una nota della questura che evidenzia come il Tribunale dei minori di Venezia abbia previsto "l'allontanamento del minore dall'ambiente materno, affidandolo in via esclusiva al padre con collocamento in una comunità". L'intervento avvenuto ieri presso la scuola di Cittadella è stato eseguito, spiega ancora la questura, "in quanto i tentativi esperiti in passato presso la casa materna e dei nonni non avevano avuto l' esito sperato perché il bambino si nascondeva alla vista degli assistenti sociali e del personale sanitario intervenuti".

LA VICENDA GIUDIZIARIA - La vicenda giudiziaria è complessa: la Corte d'Appello, spiegano dalla Questura di Padova "ha recentemente rigettato un ricorso finalizzato alla sospensione del provvedimento presentato dalla madre", e "anche su indicazione del consulente della corte d' appello è stato individuato il plesso scolastico quale luogo ritenuto neutro e, quindi, idoneo all' esecuzione". La scena che si è presentata ieri di fronte alla scuola elementare, ripresa anche in un video, è per certi versi straziante.

Secondo la questura di Padova "l'intervento ha comportato notevoli difficoltà per la reazione del bambino e l'opposizione energica di alcuni familiari della madre che cercavano di impedire al padre di condurre il minore alla comunità individuata. Si rendeva, pertanto, necessaria l'azione di supporto dei poliziotti intervenuti come previsto dalla citata ordinanza. L'autorità giudiziaria è stata informata dei fatti accaduti". Nel filmato si vede il ragazzo che tenta di resistere in tutti i modi agli agenti che cercano di portarlo in macchina. In sottofondo si sentono le urla probabilmente della zina: "Non si mettono le mani addosso ai bambini, i bambini vanno ascoltati". Oggi di fronte alla scuola di Cittadella si svolge una protesta da parte della madre del bambino, dai nonni e di una decina di mamme che si sono presentate con cartelli che denunciano l'accaduto: "I bambini non sono bestie, i bambini vanno ascoltati".

 

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