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Martedì, 16 Aprile 2024
Roma

Bimba di 7 anni confeziona la droga mentre mamma e nonna gestiscono lo spaccio

Tra i clienti, sia uomini che donne, c'erano persone di diverse estrazioni sociali e età

Nonna, mamma e anche una bambina di sette anni coinvolta, suo malgrado, negli affari. Il business illecito è tra i più redditizi a Roma e nella sua provincia, quello dello spaccio. Questa volta, la particolarità, sta proprio nell'impiego della piccola, figlia e nipote delle principali indagate. Una storia che non arriva dalla periferia est della Capitale, dove i supermarket della droga e i welfare della piazze "mantengono" economicamente intere famiglie, bensì dai Castelli Romani. 

Le due donne - nonna e mamma della bimba - avevano messo insieme un giro capace di incassare 2500 euro al giorno. Un giro d'affari importante che faceva contare almeno 50 cessioni di droga. La piccola, seduta sempre nei sedili posteriori, accompagnava la mamma nel suo giro di spaccio e veniva coinvolta così sia per confezionare le dosi dello stupefacente, sia come vedetta segnalando l'arrivo delle forze dell'ordine. Uno spaccio in "rosa", ricostruito dai carabinieri del gruppo di Frascati e dalla Procura di Velletri nell'operazione denominata "Margot", come la celebre compagna di Lupin, per rimarcare l'importanza del ruolo delle donne nel giro dello spaccio. A finire in carcere, appunto, sono state la nonna e la mamma della bimba di sette anni. Ai domiciliari, invece, altre sei persone che veniva utilizzate come pusher.

Le indagini durate otto mesi

Le indagini, durate da gennaio ad agosto 2021, sono iniziate dopo un inseguimento e una perquisizione ai danni della mamma della bambina di sette anni. In auto, la donna nascondeva una somma di denaro importante raccontando di averla messa insieme come incasso giornaliero del bar di cui era titolare. I successivi approfondimenti investigativi, hanno pero svelato altro.

I carabinieri, infatti, sono riusciti a ipotizzare un sodalizio criminale che spacciava cocaina in due comuni dei Castelli, gestito da due donne, madre e figlia appunto. Le donne, stando a quanto emerso dalla ricostruzione degli inquirenti, avrebbero spacciato con l'aiuto di altre persone per poi auto riciclare il denaro guadagnato dalla cessione della droga  in un bar in un comune della provincia di Latina e l'acquisto di auto di lusso. Un modo veloce per ripulire il denaro sporco.

Come avveniva lo spaccio di mamma e figlia

Lo spaccio veniva svolto dal primo pomeriggio fino a tarda notte e ricostruirlo non è stato semplice. Le indagini, infatti, sono state rese difficoltose dal contesto territoriale. Difatti uno dei due comuni interessato dallo spaccio è caratterizzato da vie e vicoli difficilmente percorribili con le auto ed in tutta l'area interessata c'è scarso segnale telefonico.

Inoltre le modalità di spaccio dello stupefacente costringevano le forze dell'ordine a dover essere celeri nelle eventuali azioni a sorpresa, in considerazione del fatto che le cessioni avvenivano successivamente a rapidi contatti telefonici dove si concordavano luoghi di appuntamento sempre differenti. E poi c'era, come detto, il ruolo della bambina di sette anni seduta nei sedili posteriori dell'auto della mamma, che urlava ogni volta vedeva le "guardie" avvicinarsi. 

Il giro d'affari 

Vasta e variegata la clientela. A comprare cocaina, erano sia uomini che donne, di diverse estrazioni sociali dai 18 ai 55 anni, e non si esclude che ci possano essere stati anche alcuni minorenni. Nel corso delle indagini si sono documentati oltre 50 episodi giornalieri di spaccio di cocaina, Un volume di affari pari a circa 2.000 euro giornalieri, con punte di 2.500 euro nel fine settimana.

Durante gli otto mesi di indagine, sono stati arrestati in flagranza di reato di 6 persone, sequestrati 250 grammi di cocaina, circa 20.000 euro in contanti, materiale idoneo al taglio e al confezionamento dello stupefacente e segnalati alla Prefettura di Roma, come "assuntori", quattro acquirenti

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