rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Città Bologna

Così le pompe funebri avevano il controllo sulle camere mortuarie (secondo le accuse)

C'erano alcuni infermieri alla base del sistema di controllo messo in atto dai due cartelli di imprese funebri che avrebbero avuto il monopolio sulle camere mortuarie a Bologna

Un business odioso, secondo le accuse, ben organizzato, che permetteva di entrare in azione proprio quando le famiglie vivono le ore più drammatiche. C'erano alcuni infermieri alla base del sistema di controllo messo in atto dai due cartelli di imprese funebri che avrebbero avuto il monopolio sulle camere mortuarie dei due principali ospedali di Bologna, oggi disarticolato da un'operazione dei carabinieri. Sono 30 gli arrestati e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari in varie province.

Bologna, smantellati cartelli di imprese funebri

Come funzionava il sistema? I sanitari 'a libro paga' provvedevano ad 'agganciare' i familiari dei defunti mettendoli in contatto con i rispettivi referenti delle varie agenzie di servizi (previa presentazione di quelle di interesse come le più economiche, piuttosto che efficienti e rapidamente reperibili). Il modus operandi, infatti, si era consolidato nel tempo ed era strutturato a più livelli. Al livello intermedio i dipendenti delle imprese funebri, che attraverso una stabile presenza presso gli ospedali, in contravvenzione a quanto normativamente previsto, fornivano nell'immediatezza tutti i dettagli del caso ed indirizzavano i nuovi clienti verso i loro uffici per la definizione della pratica. All'apice i due massimi rappresentanti dei consorzi, in grado di dirigere le rispettive associazioni sotto tutti gli aspetti: dalla sistematica suddivisione dei vari 'lavori' tra le varie ditte funebri partecipi al progetto delittuoso, alle complessive attività di gestione e redistribuzione delle ingentissime somme introitate.

Sistematiche condotte di riciclaggio

Nel corso delle indagini sarebbero state documentate sistematiche condotte di riciclaggio promosse e coordinate dagli indagati di vertice con il reinvestimento del rilevante 'nero' aziendale, realizzato con la sistematica mancata fatturazione di parte dei servizi funerari e gestito attraverso specifiche contabilità parallele da parte di membri dell'associazione incaricati della specifica mansione. Nel corso dell'operazione, condotta tra le province di Bologna, Modena, Ferrara, Rimini e Gorizia, i militari stanno procedendo anche a un sequestro preventivo di beni mobili e immobili per circa 13 milioni di euro.

Malati terminali uccisi per favorire agenzie funebri: aperta un'inchiesta a Catania

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Così le pompe funebri avevano il controllo sulle camere mortuarie (secondo le accuse)

Today è in caricamento