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Giovedì, 18 Aprile 2024
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"Bimba ricoverata, ha bisogno di sangue": la bufala su WhatsApp

L'Avis e il Policlinico di Modena smentiscono: non c'è nessuna emergenza sangue e non sono queste le modalità di comunicazione in casi del genere

MODENA - Da giorni gira su WhatsApp un messaggio nel quale si chiede di donare sangue di gruppo A negativo per salvare una bambina ricoverata nel reparto di pediatria del Policlinico.

L'Avis e il Policlinico vogliono rassicurare l’opinione pubblica sul fatto che questa notizia è falsa. Non c’è, al momento, alcuna emergenza riguardo al gruppo citato nel messaggio. L’AVIS di Modena ha cercato di telefonare al numero telefonico indicato che risulta essere inesistente.

"Come ben sanno i dirigenti, i volontari e i donatori Avis non sono queste le nostre modalità di comunicazione. Si tratta quindi dell’ennesima bufala di pessimo gusto. Ricordiamo che la programmazione della raccolta è finalizzata a garantire per tempo la disponibilità di sangue necessaria ad evitare emergenze e che comunque la nostra associazione è sempre pronta a mobilitarsi qualora il servizio di Medicina Trasfusionale ci segnalasse necessità specifiche. Ma certamente non attraverso Whatsapp", commenta il dottor Maurizio Pirazzoli, Presidente dell’AVIS Provinciale.

"La regione Emilia Romagna - spiega il dottor Giovanni Battista Ceccherelli, direttore del Centro Trasfusionale del Policlinico - tramite il centro regionale sangue ha diffuso delle procedure ben precise a cui attenersi in caso di carenza di sangue di un determinato gruppo. Tali procedure prevedono che sia il Servizio trasfusionale competente per territorio a rivolgersi al centro regionale Sangue che provvederà a reperire e a inviare al centro in sofferenza le unità di sangue compatibili. In alternativa, se la necessità di un certo gruppo sanguigno è differibile nelle 24 ore, il Centro Trasfusionale del Policlinico contatta l’AVIS provinciale che provvede a invitare i propri donatori compatibili a recarsi a donare quanto prima. Insomma, nel caso ci fossa carenza la struttura pubblica ha canali ben definiti a cui rivolgersi, non certo una chat o un social network".

“Rassicuriamo i dirigenti – precisa il dottor Maurizio Pirazzoli - i volontari e i nostri 30.000 donatori che la nostra associazione, come sempre, è pronta a mobilitarsi qualora il Servizio di Medicina Trasfusionale ci segnalasse necessità specifiche. E la nostra mobilitazione avviene tramite le AVIS comunali, contattando direttamene e personalmente i generosi donatori, che costituiscono un immenso patrimonio di salute e solidarietà”.
Contatto personale ed individuale, non certo catene. Servizio Trasfusionale ed AVIS operano congiuntamente – conclude il dottor Giovanni Battista Ceccherelli – una approfondita programmazione della raccolta proprio per garantire per tempo la disponibilità di sangue necessaria ad evitare emergenze".

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