rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Città Napoli

Figlio del boss ucciso davanti alla compagna incinta, 6 fermi

Svolta nelle indagini per l'omicidio di Carmine D'Onofrio, freddato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2021. Tra gli accusati c'è Marco De Micco, considerato capo del clan omonimo. Il delitto sarebbe nato per vendetta

Sei persone sono state fermate dalla Squadra mobile di Napoli nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Carmine D'Onofrio, 23enne ucciso a colpi di arma da fuoco nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2021 nel quartiere Ponticelli a Napoli, mentre si trovava con la compagna incinta.

D'Onofrio era il figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa, fratello di Antonio De Luca Bossa detto "Tonino 'o sicc", ritenuto vertice dell'omonimo clan camorristico. 

L'omicidio, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, si inquadra nello scontro tra il clan De Micco-Di Martino e il cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella, operante sotto la sfera d'influenza e controllo dell'Alleanza di Secondigliano, contrapposta al cartello criminale dei Mazzarella.

Trai fermati c'è anche Marco De Micco, considerato capo del clan omonimo. Pochi giorni prima dell'omicidio di D'Onofrio, il 28 settembre 2021, un ordigno era stato fatto esplodere nei pressi della sua abitazione. Secondo la ricostruzione degli investigatori, De Micco e altri fermati avrebbero costretto un affiliato del clan De Luca Bossa, portato al cospetto di De Micco e picchiato ripetutamente, a fare il nome dell'autore dell'atto intimidatorio avvenuto pochi giorni prima davanti l'abitazione del capoclan. Il nome che l'affiliato avrebbe fatto sarebbe stato proprio quello di Carmine D'Onofrio.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Figlio del boss ucciso davanti alla compagna incinta, 6 fermi

Today è in caricamento