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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Candido Avezzù, il poliziotto morto di Covid a 58 anni. Il sindacato: "Ci mandano al macello"

In servizio a Padova l'uomo era ricoverato in terapia intensiva dal 10 agosto. Su facebook aveva scritto: "Sulla mia lapide voglio lo scudetto del reparto"

Il Covid si è portato via a soli 58 anni Candido Avezzù, poliziotto in servizio al reparto mobile di Padova e residente a Mestre. Dopo oltre un mese di ricovero il suo cuore ha smesso di battere domenica. "Entro in terapia ntensiva. Sulla mia lapide lo scudetto del 2. Grazie", aveva scritto lo stesso Avezzù su facebook il 10 agosto scorso. Con lo "scudetto del 2" l'agente di riferiva al reparto della mobile in cui lavorava. Un post che ha suscitato grande commozione tra colleghi e conoscenti. 

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Poliziotto muore di Covid, il sindacato Mosap: "Aveva lavorato in un hotspot"

Secondo quanto ricostruito dal sindacato Mosap (movimento sindacale autonomo di polizia), Avezzù era stato in servizio dal 13 al 23 luglio all'hotspot di Taranto che in quei giorni stava accogliendo circa 300 migranti, di cui 33 risultati positivi al coronavirus. "C'erano stati dei disordini, con la fuga di alcuni migranti - ricorda il sindacato - e già in quei giorni avevamo denunciato la situazione, con i relativi rischi per il personale di polizia". A pochi giorni di distanza, spiega il Mosap, tre poliziotti erano risultati contagiati, tra cui Avezzù che purtroppo ha preso la malattia in forma grave.

"Questo dovrebbe essere il momento del silenzio e della preghiera" spiegano ancora dal sindacato, "ma non possiamo tacere ci impongono assurde regole come il green pass nelle mense e poi ci mandano al macello in mezzo alla folla negli hotspot a contagiarci e a mettere a rischio le nostre famiglie oltre che i nostri colleghi. Non sappiamo se il collega fosse o meno vaccinato ma al di là di cio' - conclude il Mosap - non è ammissibile permettere sbarchi in modo incontrollato in piena pandemia dopo averci schedato con certificazione verde anche per un caffe' seduti in un bar. Vergognoso qualcuno dovra' assumersene le responsabilita' .

Il 58enne si trovava a Jesolo quando ha avvertito i primi sintomi. Si è presentato al pronto soccorso locale, poi è stato portato all'ospedale di Dolo e infine a Mestre. Il 10 agosto è andato in terapia intensiva. I medici non sono riusciti a salvargli la vita. Fabio Conestà, segretario del sindacato Mosap, ha commentato: "Un altro collega ci lascia a causa di questo maledetto Covid. Ci stringiamo alla famiglia del collega in questo momento di dolore".

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