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Giovedì, 25 Aprile 2024
Torino

Avvocato uccide il fratello con una coltellata in un occhio: è arrivata la condanna

Riconosciuta la seminfermità mentale per Carlo Pellegrini

Il processo a Carlo Pellegrini, 48enne ex avvocato torinese reo confesso dell'omicidio del fratello Enrico, si è concluso con una condanna a quindici anni di reclusione, da scontarsi in una struttura protetta "vista la pericolosità sociale dell'imputato". Enrico Pellegrini, 52 anni, era stato ucciso nella cantina della sua abitazione in via Principi d'Acaja a Torino nel giugno 2021, con una coltellata fatale in un occhio (oltre ad altre ferite). L'omicida era stato arrestato qualche giorno dopo a Rovereto (Trento) dai carabinieri, nella casa di sua sorella. I pm Delia Boschetto e Davide Pretti, che hanno sostenuto l'accusa, avevano chiesto una condanna a ventuno anni, dopo che nel corso del dibattimento una perizia aveva stabilito la seminfermità mentale dell'imputato.

La corte d'assise di Torino, presieduta dal giudice Alessandra Salvadori con a latere Roberto Ruscello, ha pronunciato la sentenza mercoledì 8 febbraio, respingendo la richiesta di assoluzione per incapacità di intendere formulata dagli avvocati Antonio Mencobello e Simona Ambrosiano. La pena inflitta è minore di quella richiesta in quanto è stata esclusa l'aggravante delle sevizie. Nel conto è stata inserita anche la somministrazione di morfina alla sorella a Rovereto, che però non è stata considerata un tentato omicidio.

Il movente del delitto? I pessimi rapporti che l'assassino aveva con gli altri componenti della sua famiglia e la suddivisione dell'eredità della madre morta da poco, secondo le accuse.

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