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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Morta tra le fiamme, due arresti: "L'hanno uccisa per occuparle casa"

L'antimafia ha fatto luce sulla tragica fine di Carmela Nunzia Castelli, deceduta durante un incendio "archiviato" come accidentale a Villabate. In manette due uomini di 43 e 31 anni. Per loro l'accusa è di incendio e omicidio pluriaggravato

PALERMO - Luce sulla morte dell’anziana Carmela Nunzia Castelli, morta in un rogo che venne etichettato come accidentale. Le indagini, però, hanno chiarito che l’incendio venne appiccato da qualcuno che voleva allontanarla da casa sua, a Villabate, per poi occuparla abusivamente. La Direzione investigativa antimafia di Palermo, in collaborazione con la polizia belga, ha tratto in arresto Maurizio Castiglia, 43enne di Palermo, e Antonio Di Bella, 31enne di Misilmeri, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Per loro l’accusa è di incendio e omicidio pluriaggravato, consumato e tentato.

L’episodio risale al dicembre 2011, a Villabate, quasi al confine con Palermo. I due arrestati sono stati ritenuti responsabili della morte della donna, causata da un’insufficienza respiratoria acuta per intossicazione di monossido di carbonio. L’episodio venne “archiviato” in prima battuta come accidentale, ovvero imputato a un cortocircuito (LEGGI L'ARTICOLO) di una presa di corrente utilizzata per una stufa, ritenuta difettosa. Le indagini condotte dal centro operativo sotto il coordinamento della Procura della Repubblica erano state avviate sulla scorta degli elementi acquisti dalla Dia.

“Gli agenti hanno dimostrato la natura dolosa dell’incendio, consentendo di far piena luce sull’efferato delitto, il cui movente - spiegano dalla Dia - sarebbe stato individuato nella volontà dei correi di costringere l’anziana donna a lasciare l’appartamento, abitato anche dalla figlia disabile, al fine di poterlo occupare abusivamente. Situazione che tra l’altro si è concretizzata in un secondo momento. Di Bella, infatti, dopo la morte della signora Castelli ha ristrutturato l’abitazione ed è andato a vivere lì”.

Quella notte, secondo le risultanze investigative, i due arrestati cosparsero di liquido infiammabile la porta d’ingresso dell’abitazione, appiccando il fuoco. I vigili del fuoco intervenuti trovarono il corpo ormai esanime della signora Castelli, riuscendo a salvare da morte certa la figlia adolescente, disabile e terrorizzata per l’accaduto. Lei era riuscita a trovare riparo nella camera da letto. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Palermo Lorenzo Jannelli, su richiesta del procuratore capo Francesco Lo Voi e del sostituto Renza Cescon.

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