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Martedì, 23 Aprile 2024
Città Catania

La casa di riposo degli orrori: anziani legati e lasciati nudi a terra tra gli escrementi

Le foto scattate Aci Sant'Antonio (Catania) hanno fatto scattare le indagini. Il titolare e tre dipendenti di una casa di riposo di Aci Sant'Antonio (Catania) sono stati sospesi

Un incubo per gli anziani che lì avrebbero dovuto essere accuditi con ogni premura. Il titolare e tre dipendenti di una casa di riposo di Aci Sant'Antonio (Catania) sono stati sospesi in quanto ritenuti responsabili dei maltrattamenti a danno di alcuni anziani. Secondo gli indagini dei carabinieri, nell'ambito dell'inchiesta della Procura, gli ospiti venivano lasciati nudi a terra insieme ai loro escrementi, oppure incastrati tra le sbarre di protezione dei letti, con vistose ferite. Una paziente aveva una piaga da decubito non curata e peggiorata nel tempo.

La casa di riposo degli orrori a Catania

Le fotografie che erano state scattate da una dipendente hanno portato alla luce quanto avveniva tra le mura della struttura. Il Gip, su richiesta del pm, ha disposto per i tre indagati il divieto di esercitare l'attività imprenditoriale e la professione. Come se non bastasse, i controlli hanno evidenziato gravi irregolarità all'interno della struttura, con la presenza di undici lavoratori "in nero".

Il personale, si legge tra le varie accuse, avrebbe "creato un clima abituale di vessazioni, umiliazioni e mortificazioni", "disinteressandosi della cura, anche medica, e dell'assistenza degli anziani e delle precarie condizioni igienico-sanitarie della casa di riposo, dove sono stati avvistati dei topi e gli anziani hanno contratto la scabbia, così aggravando lo stato di sofferenza fisica e psichica degli ospitati".

Le indagini risalgono a un periodo che va da marzo a giugno 2019, il Gip, accogliendo la richiesta dei Pm, ha disposto il divieto di esercitare l'attività imprenditoriale per 12 mesi per l'amministratore unico della casa di riposo San Camillo di Aci Sant'Antonio, e di esercitare la professione per nove mesi a tre dipendenti della struttura, tre donne quarantenni.

Le immagini al centro dell'inchiesta sono state estrapolate dal cellulare di una delle dipendenti, dopo che era stato sequestrato assieme ad altri apparati dai carabinieri nel luglio del 2019. Due delle persone coinvolte dall'inchiesta avrebbero percepito illecitamente il reddito di cittadinanza.

Le condotte messe in atto, in diverse occasioni, erano allucinanti, secondo quanto emerso dalle indagini: legavano i poveri anziani ai tavoli o ai letti per non farli muovere, li lavavano con l’acqua fredda o, per punizione, non li cambiavano dopo i bisogni fisiologici o li lasciavano nel letto con le lenzuola sporche, li lavavano con il sapone della lavatrice, deridendoli poi per il loro profumo di “aloe vera”. E ancora, cercavano di curare la scabbia, come da precise indicazioni del titolare, con semplici impacchi di olio di oliva invece della corretta terapia farmacologica, somministravano agli ospiti farmaci scaduti, li denigravano, mortificavano ed insultavano abitualmente.

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