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Giovedì, 28 Marzo 2024
CRONACA / Rimini

Rimini, da casalinghe a prostitute contro la crisi: "Ricche e felici con 10mila euro al mese"

La storia di quattro donne di Rimini che hanno deciso di prostituirsi per affrontare la crisi: "I nostri compagni non sanno nulla ma ci divertiamo e facciamo soldi. Lavoravamo anche nei weekend per mille euro al mese"

RIMINI - Hanno un lavoro ufficiale, con il quale di certo non sbarcano il lunario. E un lavoro "ufficioso", grazie al quale adesso sono tutt'altro che disperate. A Rimini e provincia non si parla che di loro: quattro casalinghe che - messe a dura prova dalla crisi e dalla mancanza di lavoro - hanno deciso di dare vita a una vera e propria cooperativa del sesso. Tutto all'oscuro di marito, compagni e familiari.  

Le quattro, di età compresa tra i ventiquattro e i quarantanove anni, hanno preso in affitto un appartamento in cui offrono le loro prestazioni. E i "criteri di selezione" sono rigidissimi. "Non vogliamo stranieri e anziani - racconta una di loro al Resto del carlino - La nostra clientela è composta da uomini tra i ventiquattro e i cinquanta anni, alcuni ci apprezzano perché non siamo professioniste e si sentono più a loro agio, altri si innamorano e vorrebbero che smettessimo per loro, ma siamo già impegnate. Ovviamente - chiarisce la donna - stiamo attente a non spendere i soldi che incassiamo per non destare sospetti non tanto nei nostri compagni, quanto nelle nostre madri. Però intanto ci divertiamo e facciamo soldi, tutti esentasse. Mi auguro proprio che lo Stato - conclude - non legalizzi la prostituzione, altrimenti colpirebbe noi come fa già con gli imprenditori". 

E tasse e controllo dello Stato per loro, evidentemente, potrebbe significare di nuovo crisi. La stessa dalla quale fuggivano. "Prima di iniziare - spiega un'altra delle donne a La Nazione - facevamo le colf, le baby sitter, le cameriere, e quando lavoravamo anche nei week-end guadagnavamo appena mille euro al mese. Ora possiamo arrivare anche a diecimila, li mettiamo tutti in banca perché vogliamo dare un futuro migliore ai nostri figli. I nostri mariti non sanno nulla, e non sono volpi". 

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