Catturato M49, è finita la "fuga" dell'orso più famoso d'Italia
"Papillon", così era stato soprannominato dopo la sua rocambolesca fuga nell'estate 2019, è stato catturato nella notte sui monti sopra Tione di Trento
La fuga è finita: è stato catturato M49, l'orso più famoso d'Italia. "Papillon", così era stato soprannominato dopo la sua rocambolesca fuga nell'estate 2019, è stato catturato nella notte tra martedì 28 e mercoledì 29 aprile sui monti sopra Tione di Trento. Ora è al Centro Faunistico del Casteller, sopra Trento, nello stesso recinto dal quale scappò la prima volta, finendo allora su tutte le prime pagine dei giornali. Il Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento ha dato notizia della cattura. "Le sue condizioni fisiche sono buone - si legge nella nota della provincia - il peso è di 167 chili. La cattura è avvenuta attorno alle 21.30 di martedì 28 aprile, tramite una trappola-tubo. L’orso è stato immesso nell’area di preambientamento (tana e recinto interno). Questo per consentire un suo inserimento nell’area faunistica per gradi, passando dall’area dove si trova attualmente all’intero recinto, che ospita in questo momento anche un altro esemplare, la femmina adulta DJ3".
L'Orso M49 è considerato "problematico" da quando aveva ucciso numerosi capi di bestiame ed era entrato in malghe e baite nella zona delle Giudicarie e della Valle del Chiese. Era stato catturato la prima volta in Val Rendena il 15 luglio 2019 e di lì trasportato al Centro Faunistico di Mattarello. Poi era riuscito a far perdere le proprie tracce scavalcare una recinzione elettrica che può dare scosse da 7.000 volt e una barriera metallica alta quasi quattro metri. Dopo la fuga era di fatto l'unico orso del Trentino Occidentale. A dividerlo dalla sua zona di origine c'erano un fiume, l'Adige, ed un'autostrada, la A22. M49 ha passato l'autunno e l'inverno tra Val di Fiemme, Lagorai, spostandosi poi sulla Vigolana fino all'Altopiano di Folgaria. Nei giorni scorsi i contadini della Valle del Chiese avevano avvistato un orso nei boschi ed erano sicuri che si trattasse del vecchio M49, ritornato - chissà come - nel suo territorio preferito. La segnalazione ha fatto scattare le operazioni di cattura, visto che sull'esemplare pendeva ancora l'ordinanza del Presidente della Provincia firmata nell'estate 2019. Detto, fatto: l'orso è stato catturato ed i forestali hanno accertato che si tratta proprio di M49. Un orso evidentemente tenace, con un senso dell'orientamento incredibile, che lo ha guidato verso "casa" dopo quasi un anno.
Orso M49 catturato in Trentino, Lav diffida la provincia
La LAV (Lega Anti Vivisezione) non ci sta e parla di "un animale che, pur avendo percorso centinaia di chilometri, non ha mai costituito alcun pericolo per l'uomo e che ora sarà condannato all'ergastolo solo per avere mangiato del cibo malamente custodito in alcune baite in alta quota". "La sentenza emessa dalla Provincia di Trento è inutilmente crudele perché si accanisce su un animale che ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza - dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV - aspetti che ne fanno un individuo particolarmente dotato che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato, anche se si è reso responsabile di qualche danno, esclusivamente di carattere economico".
"Colpisce che in un periodo in cui tutta la collettività, lo Stato e i governi locali sono impegnati nel contrasto alla pandemia, Fugatti e la provincia di Trento abbiano trovato risorse, tempo e modo per imprigionare M49, impegnando sul territorio uomini e mezzi in un'attività che non aveva alcun carattere di urgenza. Inoltre, la prossima stagione turistica estiva si annuncia quanto meno ridotta; le possibilità di interazione tra M49 e le persone sarebbero state prossime allo zero. Questo animale viene imprigionato per evitare che rompa una finestra o manometta una porta... stante il fatto che le popolazioni locali sono puntualmente già rimborsate per ogni danno di questo tipo. A quali interessi politici risponde veramente la sua prigionia? - dichiara Simone Stefani, vicepresidente nazionale LAV e responsabile della sede LAV di Trento, che aggiunge - Chiediamo l'immediato rilascio e diffidiamo la Provincia di Trento, anche perché Casteller non può assicurare una detenzione compatibile con le caratteristiche etologiche di questo animale, da un punto di vista anche legale. Per questo motivo, saremo pronti a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali ai sensi dell'art. 544 ter del Codice Penale".