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Sabato, 20 Aprile 2024
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Careggi, arrestato il primario di chirurgia plastica

Il primario del reparto di chirurgia plastica e ricostruttiva dell'ospedale di Careggi è agli arresti domiciliari. Indagini in altre regioni italiane: accuse di corruzione, peculato, concussione, falsità ideologica e abuso d'ufficio

Firenze - Il chirurgo plastico fiorentino Mario Dini, primario del reparto di chirurgia plastica e ricostruttiva dell'ospedale di Careggi, è agli arresti domiciliari. Stamani la guardia di finanza ha dato esecuzione ad un'ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip Paola Belsito, su richiesta dei sostituti procuratori Luca Turco e Giuseppina Mione, nei confronti del chirurgo che è anche direttore della scuola di specializzazione di chirurgia plastica ricostruttiva estetica dell'Università di Firenze.

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INDAGINI - Sono 160 i finanzieri che stanno dando corso in sette regioni italiane (Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Campania), a 53 perquisizioni domiciliari e locali nei confronti di altri soggetti indagati.

Le ipotesi di reato contestate sono quelle di peculato, corruzione, concussione, falsità ideologica in atti pubblici e abuso d'ufficio e riguardano fatti che, oltre al noto chirurgo fiorentino, vedono coinvolti, a vario titolo, anche altri medici, nonché informatori scientifici di un'azienda produttrice di protesi mediche.

Le attività investigative, coordinate dai sostituti procuratori Luca Turco e Giuseppina Mione, hanno permesso di accertare come il professore conseguisse profitti grazie ad attività svolte fuori dal nosocomio. Il professore, autorizzato all'esercizio della professione in due strutture private, sebbene si sia scoperto che lavorasse anche in centri privati non convenzionati, non ha infatti pagato le quote dovute all'azienda sanitaria. Questo tipo di modalità si definisce "intramoenia", ovvero l'attività può essere svolta fuori dall'orario di lavoro sia in strutture ospedaliere che accreditate, ma in questo secondo caso una parte degli incassi deve essere versata all'ospedale in cui si lavora. Questo si differenzia dall'attività "extramuraria" che si svolge solo fuori dalle struttura pubbliche.

PROTESI - Il primario avrebbe anche aiutato nella vendita di protesi mammarie all'ospedale di Careggi, in cambio di favori personali, una società leader mondiale nella produzione di presidi medico-chirurgici. Nello specifico è stato riscontrato che il medico per "favorire" la società abbia chiesto in cambio la sponsorizzazioni di eventi, corsi didattici e professionali dove comparire e poter così promuovere la sua immagine professionale. Oltre alle possibili apparizioni televisive il dottore si è visto anche pagare viaggi all'estero collegati a congressi medici.

REGIONE - Ma non finisce qui. Il direttore avrebbe anche sfruttato la sua posizione per favorire, con l'ausilio di un secondo medico di Careggi, l'accesso alla scuola di specializzazione di una terza dottoressa, parente di quest'ultimo, attingendo risorse da una "borsa di studio" finanziata dalla Regione Toscana. Il professore oltre ad attivarsi per l'istituzione stessa della borsa di studio poi avrebbe favorito l' "aspirante" durante il concorso.

VERBALI - Infine a margine delle attività di investigazione è stato accertato un episodio di falso ideologico riguardo la redazione dei verbali per un assegno di ricerca ad un candidato (unico) risultato essere il diretto collaboratore del professore. La commissione che doveva giudicare per l'assegnazione era presieduta dallo stesso primario. Il gip, nella sua ordinanza, definisce quello emerso dalle indagini come uno spaccato "desolante, ed assai poco edificante, e ci mostra un totale disprezzo per le regole che dovrebbero improntare l'operato di un medico dipendente di una struttura pubblica…". (da FirenzeToday)
 

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