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Venerdì, 19 Aprile 2024
Roma

Traffico di droga dal dark web, tra gli acquirenti un politico. Arrestata la sorella di Ornella Muti

Secondo l'accusa Claudia Rivelli importava vari flaconi di Gbl (la droga dello stupro) dall'Olanda, inviandone parte al figlio residente a Londra dopo averla camuffata in una bottiglia con la dicitura 'shampoo'

"Pacco arrivato e nascosto''. ''Fammi sapere notizie mano a mano se no mi agito troppo fino a giovedì''. Questo il tenore delle chat tra Claudia Rivelli, attrice e sorella di Ornella Muti, e il figlio. La donna, 71enne, è fra i 39 arrestati nell'ambito dell'operazione condotta dai carabinieri del Nas sotto il coordinamento del procuratore aggiunto di Roma Giovanni Conzo in relazione al traffico di droghe sintetiche acquistate dall'estero sul web o sul dark web. Per Claudia Rivelli e altre dieci persone sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre per altre 28 persone la detenzione in carcere.

L'arresto di Claudia Rivelli

La donna era stata già arrestata lo scorso 15 settembre dopo che nella sua abitazione in via della Camilluccia, a Roma, gli agenti della Polaria di Fiumicino avevano trovato e sequestrato tre flaconi contenenti complessivamente un litro di sostanza Gbl, conosciuta come la ''droga dello stupro''. L'attrice, durante l'udienza per direttissima si era difesa dicendo di aver spedito la sostanza al figlio a Londra ''perché lui la usa per pulire la macchina, io invece lo uso per pulire l'argenteria".

Rivelli è accusata di importazione e cessione di sostanze stupefacenti perché ''illecitamente dall'Olanda, con cadenze trimestrali, importava vari flaconi di Gbl provvedendo a inviarne parte al figlio residente a Londra dopo averne sostituito confezione ed etichetta riportante indicazione 'shampoo' in modo da trarre in inganno la dogana'' come si legge nel capo di imputazione.

''Il tenore delle chat whatsapp e la circostanza che l'indagata camuffasse il reale contenuto delle spedizioni - scrive il gip Roberto Saulino - appaiono elementi oggettivamente indicativi della piena consapevolezza e della volontà di quest'ultima di realizzare condotte penalmente rilevanti, ponendosi quale schermo per agevolare il figlio nell'importazione di sostanza nel Regno Unito, dove tale droga è considerata illegale al pari dell'Italia, in tal modo riuscendo ad aggirare i controlli doganali''.

Un giro d'affari di 5 milioni di euro

Complessivamente gli investigatori hanno trovato oltre 290 spedizioni provenienti da Canada, Cina ed Olanda: un giro d'affari da quasi 5 milioni di euro quello delle droghe sintetiche scoperte dal Nas dei carabinieri indagando sul deep e dark web e che ha portato a 39 arresti.

Agli atti dell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, c'è anche il richiamo ad un politico, verosimilmente un senatore della Repubblica come scrive il gip Roberto Saulino in un passo dell'ordinanza riportando il dialogo tra venditore e intermediario. 

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