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Martedì, 19 Marzo 2024
Mafia / Reggio Calabria

"Contiguità con la criminalità organizzata": sciolto il comune di Reggio Calabria

Il Consiglio dei ministri ha deciso di procedere allo sciolgimento del Consiglio comunale del capoluogo calabrese. Il ministro Cancellieri: "Non è una decisione contro la città"

Il Consiglio dei ministri ha sciolto il comune di Reggio Calabria per "contiguità" con la criminalità organizzata. E' la prima volta che il provvedimento viene preso per un capoluogo di provincia, ed è stata "una decisione sofferta" ma sulla quale c'è stato un "consenso unanime", ha sottolineato il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, annunciando ieri la decisione.

Una decisione - ha sottolineato il ministro - dovuta "non al dissesto finanziario", evento che ancora non si è verificato e che "speriamo che il Commissario ponga in essere misure per evitarlo", ma "per la contiguità con alcuni ambienti" e per "alcune azioni" o omissioni che facevano pensare appunto ad una "contiguità". Comunque "non a infiltrazioni" mafiose. E soprattutto, dice il ministro rispondendo ad una domanda, "lo scioglimento riguarda questa amministrazione, non quella precedente" ed è "un atto preventivo, non sanzionatorio".

Il cdm ha approvato all'unanimità la relazione presentata dal Viminale, che proponeva lo scioglimento. Una relazione alla cui base sta il lavoro della Commissione d'accesso al Comune di Reggio, durata 6 mesi. Era stato l'ex prefetto di Reggio Calabria Luigi Varratta a gennaio scorso a insediare la commissione d'accesso nell'assise comunale reggina per verificare le eventuali infiltrazioni delle cosche ndranghetiste nell'economia della città di Reggio Calabria. Sotto la lente di ingrandimento della commissione prefettizia, era finita anche la gestione Scopelliti, sindaco di Reggio Calabria fino al 2010 quando venne eletto a governatore della regione, prima che a guidare la città arrivasse l'attuale sindaco Demetrio Arena. Ma "lo scioglimento riguarda questa amministrazione, non quella precedente" ha sottolineato Cancellieri.

A fine luglio la commissione d'accesso ha consegnato la relazione al nuovo prefetto della città dello Stretto Vittorio Piscitelli, che con le sue valutazioni le ha trasmesse a Roma al ministero dell'Interno. Al Viminale sono state analizzate passo dopo passo da funzionari e consiglieri del ministro Cancellieri, un'analisi che ieri ha portato il Consiglio dei ministri a sciogliere il Comune.

La relazione del Viminale con la proposta di scioglimento approvata in cdm sarà quindi oggetto di un decreto del presidente della Repubblica che scioglierà tutti gli organi elettivi di Reggio Calabria: sindaco, consiglio e giunta, ai sensi dell'articolo 143 del decreto legislativo 267 del 2000, che prevede lo scioglimento per condizionamenti esterni della criminalità organizzata. Per il Viminale - a quanto si apprende - ci sono condizionamenti esterni alla gestione del comune che possono recare pregiudizio agli interessi collettivi. Guideranno il comune di Reggio Calabria: il prefetto di Crotone Vincenzo Panico, "un prefetto giovane, capace di incidere fortemente", il viceprefetto Giuseppe Castaldo e il dirigente dei servizi ispettivi della Ragioneria dello Stato Dante Piazza.

E' stata "una decisione sofferta, non contro la città" ha voluto sottolineare il ministro Cancellieri dopo la scelta del cdm, "questa decisione l'abbiamo presa 'per' Reggio Calabria" e lo Stato "è vicino alla città". "Una decisione ponderata", "consapevoli della delicatezza di untale provvedimento" in un "momento significativo" e che "mai era accaduto per un capoluogo". "Ma noi vogliamo restituire il paese alla legalità, perché senza non c'è sviluppo, laddove ci sono sacche di illegalità vanno contrastate fortemente perché altrimenti non ci sono le premesse per lo sviluppo". E - ha concluso il ministro - "è anche un messaggio al mondo: l'Italia è un paese che guarda i suoi problemi e ha forza di affrontarli, ce la stiamo mettendo tutta".

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