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Venerdì, 29 Marzo 2024
CRONACA / Palermo

Miccoli, scuse e lacrime: "Non sono un mafioso, ho sbagliato"

L'ex capitano del Palermo chiede "scusa alla città e alla famiglia Falcone" per avere definito "un fango" l'ex magistrato. E ancora: "Vorrei deporre la mia maglia sotto il suo albero"

PALERMO - Piange e chiede scusa Fabrizio Miccoli. Sa che con quelle parole su Falcone, "un fango", ha deluso una città intera che si sente tradita e che non ha esitato a schierarsi "dalla parte" del magistrato ucciso dalla Mafia. 

"NON PENSO QUELLO CHE HO DETTO" - "Dopo tutto quello che è successo sono tre giorni che non riesco a dormire - ha detto in conferenza stampa l'ex capitano del Palermo con la voce rotta dal pianto - Non riesco a dormire perché sono uscite delle cose che io non penso assolutamente e l'ho dimostrato anche con i fatti. L'ho dimostrato nel ventesimo anno della morte di Falcone, sono stato in campo per lui e per tutte le vittime della mafia". 

LE SCUSE ALLA FAMIGLIA FALCONE - "Chiedo scusa a Palermo, alla mia famiglia, per tutto quello che ho fatto. Sono distrutto. Sono cresciuto in un contesto di valori. Chiedo scusa alla famiglia Falcone - ha ripetuto - e a tutti. Avevo già contattato la signora Falcone. Lei mi ha detto che bastava chiedere scusa a tutta Palermo. E sono qui per questo". "Non sono mafioso, sono contro la mafia e voglio dimostrarlo. Ho cercato di non essere in questi anni il capitano del Palermo, ma Fabrizio per tutti. Ho trascurato la mia famiglia per essere un palermitano - ha provato a difendersi - Ho frequentato tutti pensando che mi potessero dare vera amicizia, ho sbagliato"

MARIA FALCONE: "NON MI HA MAI CHIAMATO"

L'INDAGINE DELLA PROCURA - I guai per l'ex numero dieci rosanero, però, potrebbero non essere finiti. La procura di Palermo, infatti, sta indagando su di lui per estorsione e accesso abusivo a sistema informatico. Entrambe le accuse vedono un Miccoli pericolosamente vicino con Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa. Il calciatore salentino, secondo i pm, avrebbe chiesto proprio a Lauricella di provvedere al recupero di alcune somme di denaro dai soci di una discoteca di Isola delle Femmine. Recupero avvenuto, naturalmente, con metodi tutt'altro che "gentili". Inoltre, Miccoli avrebbe fornito al figlio del boss delle schede telefoniche intestate ad altri per permettere a questi di contattare il padre durante la latitanza. 

L'INTERROGATORIO - Proprio per questo, mercoledì, l'ex capitano del Palermo è stato ascoltato per cinque ore dai pm."In cinque ore di interrogatorio è uscito un altro Fabrizio Miccoli - ha detto a tal proposito - Ho risposto a tutto quello che mi hanno chiesto. Adesso devo rinascere, evitare tutte le sciocchezze, devo crescere. Pensare a quello che è la vita vera, la mia famiglia, i miei figli. Non posso dire quello che ho detto ai pm, però sappiate che ho detto tutto quello che so". 

LA MAGLIA PER FALCONE - Poi, un ringraziamento a Buffon che dal Brasile lo ha "difeso" e uno sguardo al futuro: "Avrei voluto finire qui la mia carriera. Non ho niente contro Zamparini, devo rispettare quelle che sono le sue idee. Posso solo ringraziarlo per l'opportunità che mi ha dato". Anche se, a prescindere dal Presidente, un'altra opportunità la vorrebbe: "Vorrei deporre la mia maglia sotto l'albero di Falcone". (da PalermoToday)

Maglia del Palermo all'albero di Falcone-2

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