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Giovedì, 28 Marzo 2024
Torino

Sette mesi in ospedale per il coronavirus, il racconto di Massimo: "Non sapevo se ce l’avrei fatta"

Oggi è tornato a casa, ha riabbracciato la moglie e il figlio, ma la malattia ha lasciato segni profondi a livello fisico ma non solo. “La paura di riprenderlo e stare male come prima c’è sempre”, racconta a TorinoToday

Sette lunghi mesi. Tanto è rimasto in ospedale Massimo Sainas, geometra 36enne di Rivalta (Torino). Per un mese poi, dal 24 marzo al 24 aprile, Massimo è stato intubato e messo in coma farmacologico, assistito dai medici e dagli infermieri dell’ospedale San Luigi di Orbassano, che lui ormai considera come dei veri e propri amici. 

“Il momento più brutto è stato quando sono arrivato in rianimazione. Non sapevo se ce l’avrei fatta o no”, racconta Massimo a TorinoToday. Poi la lenta ripresa.  “In riabilitazione ho avuto un periodo di depressione. Pensavo fosse tutto molto più facile, dicevo: ‘Che ci vuole a rialzarsi dal letto’. E invece stata durissima, fino ad agosto non ho tirato giù nemmeno un piede dal letto”, ricorda.  “Ad oggi ho ancora dei segni”, spiega Massimo. La malattia “mi ha colpito il sistema nervoso delle braccia e delle gambe, sento un formicolio, la sera ho dolori e gli antidolorifici non mi fanno effetto”.

Sette mesi in ospedale per il coronavirus, ma la paura c'è ancora

Dall’ospedale, Facebook era l’unica finestra che Massimo riuscisse ad avere sul modo esterno, l’unico modo di interfacciarvisi. E post dopo post anche lui ha letto di chi mette in dubbio la gravità e persino l’esistenza stessa del coronavirus e della malattia. “Leggevo post di gente che scriveva baggianate e pensavo che fosse un po’ ignorante. Non capivano la situazione. Pensavo che forse sarebbe il caso qualcuno provasse a vedere la verità”. 

Oggi Massimo è a casa. Esce poco, soltanto per accompagnare il figlio a scuola e andare a fare visite e prelievi. “La paura di riprenderlo e stare male come prima c’è sempre, quella di finire di nuovo in ospedale e di passare tutto quello che ho passato, lontano dalla famiglia, sette mesi senza nessuno”, dice.

La testimonianza di Massimo

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