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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Concordia, ecco il piano per portare via la nave: costa 235 milioni

La nave della Costa Crociere naufragata lo scorso 13 gennaio verrà portata a galla entro 9 mesi: l'operazione costerà circa 235 milioni di euro

ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) - Dopo l'appello della Costa Crociere - "fate in fretta o la nave si inabisserà" - ecco svelato il piano per rimuovere il relitto della nave naufragata nella notte del 13 gennaio 2012 al largo dell'Isola del Giglio. Il progetto per rimettere in galleggiamento la Costa Concordia entro 9 mesi (febbraio 2013) e poi trasportarla in in un porto vicino (probabilmente Livorno) dove sarà demolita, è stato presentato alla stampa dal direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato, e dal commissario delegato per l'emergenza per il naufragio, Franco Gabrielli.

"UN'OPERAZIONE SENZA PRECEDENTI" - "Un lavoro ciclopico, mai fatto per navi di queste dimensioni", secondo il direttore Gianni Onorato. E difatti a svolgerlo (insieme all'italiana Micoperi, che si occupa di installare piattaforme petrolifere) sarà l'americana Titan Salvage, leader mondiale nel settore del recupero dei relitti. Anche per loro comunque, chiarisce il presidente Richard Habib, "questa è una cosa senza precedenti, in particolare per la stazza" della nave. Senza molti precedenti anche il costo dell'operazione: per Beniamino Maltese, direttore finanziario di Costa Crociere, "forse più che non meno" 300 milioni di dollari (circa 235 milioni di euro).

Circa 300 saranno gli operai all'opera: avranno la loro base operativa fuori dal Giglio, nei pressi di Piombino, dove verranno raccolte apparecchiature e materiali necessari per gli interventi, in modo da evitare qualsiasi impatto sulle attività del porto turistico dell'isola. Il piano è stato scelto da un comitato tecnico di valutazione, composto da esperti in rappresentanza di Costa Crociere, Carnival Corporation & plc, London Offshore Consultants e Standard P&I Club, con la collaborazione di Rina e Fincantieri perché risponde maggiormente ai principali requisiti richiesti: rimozione intera del relitto; minor rischio possibile; minor impatto ambientale possibile; salvaguardia delle attività turistiche ed economiche dell'Isola del Giglio; massima sicurezza degli interventi.

4 FASI OPERATIVE - Quattro, in sintesi, le fasi operative del piano rimozione: stabilizzata la nave, verrà costruita una piattaforma subacquea e al lato emerso della nave saranno applicati cassoni capaci di contenere acqua; due gru, fissate alla piattaforma, raddrizzeranno la nave con l'aiuto del riempimento dei cassoni d'acqua; una volta dritta, alla nave saranno applicati cassoni anche all'altro lato; i cassoni di entrambi i lati saranno quindi svuotati dall'acqua, non prima di averla opportunamente trattata e depurata a tutela dell'ambiente marino, e successivamente riempiti di aria. Una volta riportato nelle condizioni di poter galleggiare, il relitto sarà trainato in un porto.

Tutti gli attori interessati dai lavori, dalla Costa Crociere alla Micoperi, hanno promesso massima attenzione all'ambiente e alla salvaguardia del fondale marino. L'università La Sapienza di Roma nei prossimi giorni eseguirà una mappatura dettagliata del fondale perché "alla fine tutto dovrà tornare esattamente come era e ci dovranno essere meno tracce possibili" dei lavori, ha sottolineato il general manager di Micoperi Silvio Bartolotti. Il capo della Protezione civile Franco Gabrielli ha ammesso che con le operazioni "ci sarà un impatto ambientale", ma ha anche promesso "un monitoraggio fino al 2018 per controllare e verificare le condizioni dell'ecosistema e per accompagnare il ripristino delle condizioni del fondale marino il più possibile vicine alla situazione preesistente".

La prima operazione dei lavori saranno (entro una settimana) delle trivellazioni per saggiare la consistenza della roccia del fondale vicino la Concordia, propedeutiche a capire che tipi di pali (una sessantina in tutto) dovranno essere piantati per evitare che la nave scivoli verso il fondo e per sorreggere la piattaforma subacquea che verrà utilizzata per rimettere in galleggiamento lo scafo. E' previsto che i materiali di risulta delle trivellazioni vengano 'aspirati' per essere raccolti in superficie e che dove saranno posizionati i pali nel fondale la vegetazione marina venga tolta, preservata e poi ricollocata a termine dei lavori.

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