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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cristina, l'attivista trattenuta in Turchia: "Ha problemi di salute, siamo preoccupati"

Era stata fermata lo scorso 24 giugno: nessuna accusa ufficiale

Cristina Cattafesta, attivista milanese da sempe impegnata nella difesa dei diritti civili, è ormai da 5 giorni "in ostaggio" in Turchia. Nessuno riesce a mettersi in contatto con lei. E' trattenuta senza accuse ufficiali.

"Esprimiamo grave preoccupazione per il protrarsi della permanenza di Cristina presso il centro di espulsione di Gaziantep". È questo l'ultimo grido di aiuto arrivato dall'avvocato Alessandra Ballerini e dai familiari della 62enne fermata lo scorso 24 giugno in Turchia, dove si trovava insieme a una delegazione di Cisda - coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane - per svolgere il ruolo di osservatrice internazionale durante le elezioni presidenziali e parlamentari per conto del partito filocurdo Hdp. 

Chi è Cristina Cattafesta

Cristina, candidata nel 2016 per il comune di Milano con Basilio Rizzo, era stata fermata in strada ed era stata accusata di fare propaganda terroristica perché sul suo cellulare era stata trovata una sua foto con la bandiera del Pkk. Dopo un giorno di detenzione, la 62enne era stata liberata e martedì 26 era stata trasferita nel dipartimento immigrazione di Gaziantep per essere rimpatriata.

"Nessuno ha avuto contatti con lei"

Da allora, nessuna notizia. "Speriamo tutti che il suo rientro sia imminente, ma sono passati cinque giorni dal suo fermo e nelle ultime 48 ore, ossia da quando è stata trasferita a Gaziantep, nessuno di noi è più riuscito ad avere contatti con lei perché le è stato sequestrato anche il cellulare", hanno denunciato il suo legale e i suoi parenti.

"Cristina è una donna di 62 anni che soffre di problemi di salute ed ha la necessità di fare controlli continui e cure adeguate - si sottolinea nel comunicato -. Non abbiamo informazioni certe sul suo rientro, né la possibilità di metterci in contatto con lei".

"Sappiamo che l’avvocato del consolato italiano è andato a trovarla e siamo grati per l’impegno della Farnesina con la quale siamo in costante contatto ma esprimiamo seria preoccupazione per il suo stato di salute e - concludono i familiari - chiediamo all’Ambasciata Italiana, alle istituzioni italiane ed europee il massimo impegno per riportare Cristina Cattafesta in Italia nel più breve tempo possibile".

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